venerdì 22 gennaio 2016

SEDUZIONE UN TANTO AL CHILO


Succede di imbattersi in servizi fotografici strani, bizzarri, ironici, provocatori e quando succede ti fermi un attimo per capire cosa stai guardando di preciso. 
Intasati come siamo da immagini patinate, plastificate, super-toniche, asciutte, glabre, leggere, ieratiche... quando inciampi in uno scatto anomalo, alieno, tu per primo devi fare un reset mentale per osservare l'immagine con occhi nuovi.

Guardando queste foto la prima cosa che ho pensato è stata: ma guarda un po', un gay con un'estetica bear che gioca ironicamente con la sua fisicità generosa per prendere in giro i modelli delle riviste patinate. Poi leggi, ti informi e capisci che hai sbagliato tutto.

Lui è Brendon Williams di Langford, Canada. Nel mese di settembre chiede alla sua amica fotografa Masika May di scattare delle foto sexy per realizzare un libro fotografico che vuole regalare alla moglie per il suo compleanno che cadrà il 19 gennaio. L'amica decide di accettare anche se normalmente non sono il tipo di foto che ama scattare. Lo fa perché conosce la coppia da una vita e negli anni ha immortalato tanti momenti della loro storia d'amore. 
Il risultato? Non lo so. Mi dovrei mettere nei panni della moglie ma, a naso, direi che qualche bella risata può aver solo scaldato un bel momento di complicità tra moglie e marito. Olè!








giovedì 21 gennaio 2016

I BAMBINI QUI NON ENTRANO


In questi giorni si parla molto della scelta di un ristoratore di vietare l'ingresso nel proprio locale ai bambini piccoli e alle carrozzine dopo una serie di situazioni spiacevoli che hanno creato vari problemi sul lavoro. 
Ho letto molti commenti su facebook dove diverse persone esprimevano il loro parere sullo spinoso argomento. Anche Barbara D'Urso, in super esclusiva, si è collegata con il ristoratore incriminato per parlare direttamente con lui delle ragioni profonde che lo hanno spinto a fare una scelta così drastica. 
Potevo esimermi io, dopo anni di onorata carriera tra i tavoli di molti ristoranti, di dire la mia? E no... direi proprio di no! 

Allora, iniziamo a elencare un po' di cose...

Un ristorante è un luogo dove ci sono delle persone che lavorano. Anche se sono gentili, vestiti tutti uguali come dei pinguini e vi trattano come se davanti agli occhi gli fosse apparso all'improvviso Papa Francesco, ecco, quelle persone sono lì per lavorare o, per meglio dire, sono lì per servirvi un pranzo o una cena, farvi mangiare bene con la vostra famiglia o i vostri amici, e farvi andare via con un bel ricordo del luogo e del cibo consumato. 
Tecnicamente si chiamano camerieri, barman e poi ci sono anche i cuochi che cucinano e i lavapiatti che lavano quello che voi sporcate. Tutto ruota sul cibo, ok? Quindi, per favore, non scambiateli per psicologi, baby-sitter, educatori o pinguini votati al martirio. No, non sono niente di tutto questo. 
Per questo motivo, quando andate in ristorante, imparate a sedervi intorno al tavolo con i vostri bambini, ordinate le cose che vi garbano e mangiate sereni. 
I bambini che corrono e urlano tra i tavoli non sono graditi, perché i camerieri devono muoversi senza l'ansia di calpestare nessuna pulce urlante e perché devono portare i piatti caldi nei vari tavoli senza la paura di rovesciare la fregula bollente sulla testa di un cliente per una frenata improvvisa. Anche gli altri commensali possono apprezzare molto poco la simpatia dei vostri pargoli che urlano, corrono o buttano cucchiaiate di cibo per terra o le lanciano in orbita verso il soffitto. 
Dipende solo da voi e dalla vostra educazione fare in modo che un pranzo o una cena con i vostri amati figli non si trasformi in un assalto a Fort Apache.

Perciò:
1- quando prenotate un tavolo ricordatevi sempre di conteggiare anche i bambini e di precisare se c'è qualche passeggino da sistemare. Quindi non prenotate per 6 per poi presentarvi in ristorante in 9. Ovvero, 6 adulti, 2 bambini piccoli e un bambino neonato dentro un passeggino-astronave-aliena stile Star Trek che occupa più spazio di un camion. I tavoli non sono fatti di gomma e così neanche le mura... si rischia di non trovare posto. E la scusa: "Non ci abbiamo pensato" non aiuta i camerieri a risolvere il problema. Ok?

2 - quando il vostro bambino non mangia non iniziate a intimorirlo dicendogli che se non manda giù la pasta il signore (ovvero il cameriere) si arrabbierà molto e chiamerà l'uomo nero. Lo trovo un modo poco carino ed educativo di instillare nel futuro adulto una paura inconscia dei camerieri.

3 - quando i vostri bambini si alzano dal tavolo e iniziano a correre per la sala, sappiate che se arriveranno a buon fine soltanto la metà delle maledizioni che vi stanno sparando con gli occhi i camerieri e gli altri commensali, il vostro pargolo non arriverà vivo al suo quarto compleanno. 

4 - quando i vostri bambini fanno più casino di una banda musicale a un incontro di rugby, non li guardate con fare minaccioso se poi sapete benissimo che il vostro sguardo assassino non ha mai sortito un reale effetto sui loro comportamenti criminali. 

5 - quando i vostri bambini vanno in bagno da soli e pisciano fuori dal water e con la carta igienica realizzano un pupazzo di neve per assecondare la loro vena artistica... ecco, quando succede, cari miei, pensate sempre che qualcuno, quel casino lo dovrà pulire. La fatina dei cessi non è stata ancora inventata.

6 - quando andate via e vi scusate per il casino che avete lasciato sotto il tavolo dicendo al cameriere che di solito il vostro Marcolino non lo fa mai e non capite cosa gli ha preso quella sera... ecco, quando lo fate, non dovete credere neanche per un attimo al sorriso stampato sulla faccia del cameriere mentre vi risponde: "Non si preoccupi, signora!". Nella migliore delle ipotesi si tratta di una paresi facciale. 

7 - quando chiedete al cameriere se è possibile portare via gli avanzi lasciati nel piatto dal vostro pargolo urlante, non togliete sempre la scusa del gatto o del cane. Chiedete pure senza inventarvi scuse assurde. Intanto, al cameriere, di quello che farete con gli gnocchetti o il salmone affumicato, non gli importa un fico secco. 

8 - quando andate in ristorante, guardatevi intorno e chiedetevi perché i figli degli stranieri stanno seduti intorno al tavolo con i loro genitori e mangiano, e parlano, e sorridono senza rompere le palle a nessuno. Chiedetevelo.

9 - se un cameriere vi fa notare che i vostri bambini stanno disturbando non guardatelo come se vi avesse appena detto che avete uno stronzo caldo posato sulla punta della testa. Alzatevi e recuperate gli indemoniati. 
Non è contemplata in nessun caso la frase: "Ma sono solo bambini!"

10 - quando i bambini sono piccoli si può tranquillamente mangiare a casa. Così, il pavimento sporco, poi, lo pulite voi. 

Grazie.

Ps. detto questo... concludo con una massima: fare il cameriere è una prova di resistenza umana che richiederebbe stipendi molto, ma molto più alti e una medaglia al valore appuntata sul petto della divisa.

Grazie 0.2

lunedì 18 gennaio 2016

LA PATENTE CHE NESSUNO TI POTRÀ MAI DARE


Tutti che si riempiono la bocca con la parola BAMBINI. Salvare i bambini. Preservare i bambini. Difendere i bambini. Prima di tutto i bambini. Bambini qui e bambini là. Tutti perfetti, tutti bravissimi, tutti eccelsi quando si parla a vanvera di diritti che riguardano ovviamente qualcun altro. I loro diritti non si toccano che quelli sono divini, naturali, costituzionali, ma soprattutto benedetti dalla Santa Chiesa che con i bambini coltiva da sempre un rapporto privilegiato. 
Come se bastasse possedere un utero e una prostata per trasformare due persone in due buoni genitori. Osservando le cosiddette famiglie "naturali" o "normali", osservando bene i loro bambini protetti da "un sistema standard" che li preserva dallo shock di avere due mamme o due papà (blasfemia!!!)... beh, guardandoli bene (il ristorante è un punto di osservazione piuttosto interessante) mi chiedo dove sia nascosta questa benedetta perfezione tanto sbandierata. 
Spesso mi sono chiesto da solo: "E a questi due nessuno può dire niente solo perché sono geneticamente sdoganati e possono mettere al mondo tutti i figli che vogliono?" E sì, più di una volta mi sono detto: "Poveri bambini!" 

Penso da sempre che fare i genitori sia complicatissimo e richieda una pazienza e una volontà incredibili, un grande amore e una forte determinazione. Pazienza, volontà, amore, determinazione e aggiungerei senso del sacrificio, apertura verso il mondo e un pizzico di incoscienza. E la patente di buon genitore non te la regala nessuno, ne la Chiesa e neanche la Natura: distributore ufficiale di uteri e prostate. 
Rassegnatevi. La patente che sventolate con tanta superbia e arroganza è farlocca e non dimostra un bel niente. Uno stupido fake, una panzana, una vana illusione. 
Urlate pure il vostro dissenso (le caste fanno sempre così quando si sentono toccati sul vivo), ma il mondo va avanti e l'amore se ne frega delle vostre paure e dei vostri pregiudizi. I bambini che tanto volete difendere esistono accanto ai vostri da parecchi anni, ci giocano insieme, condividono lo stesso banco a scuola, si allenano nella stessa piscina e nello stesso campo di calcio e mangiano persino le stesse cose dei vostri pargoli. Non hanno antenne strane e non sono verdi o blu. No, niente di tutto questo. Sono bambini esattamente come i vostri. E quando tornano a casa trovano due genitori che li amano e li crescono con orgoglio. Due genitori e non due uteri o due prostate, come siete abituati a ridurre voi le cose belle della vita. 
Bambini normali quindi, forse un po' più aperti, consapevoli e sereni dei vostri grazie all'esempio trasmesso dai genitori, che non potranno che promuovere e insegnare l'accoglienza per tutte le diversità. E nel mondo, di diversità, ce ne sono davvero tantissime e la maggior parte non riguardano la forma dei genitali.

La patente di essere umano, invece, quella dico, non scade mai e non c'è bisogno di fare domanda per ottenerla. Usatela più spesso per capire il mondo che vi circonda e abbracciarlo con fiducia, amore e condivisione reale. 

Ps. i gay, le lesbiche, i trans e i transgender non arrivano da Marte. Anche loro hanno una mamma e un papà. Seguendo il vostro ragionamento, si potrebbe dire che in questi casi, il nucleo perfetto della famiglia ideale, non ha prodotto i frutti desiderati. Accidenti alla vita che ti frega quando meno te lo aspetti! 

sabato 16 gennaio 2016

RESET


Oggi è sabato. Eppure io sono convinto che sia domenica. Devo ogni volta fare reset per rimettere la testa a posto e allinearla alla realtà. Notte appena passata piena di sogni di cui ricordo più del dovuto. I sogni parlano e ti dicono spesso quello che non vuoi sapere, sentire, scoprire. Lo dicono chiaro e forte. Ti tirano il piede e ti strattonano forte la gamba. Sveglia, babbeo! E tu ti svegli, o almeno credi di farlo, e sei convinto che sia arrivata la domenica anche se non senti il profumo del sugo di tua madre e la sua voce che parla con tue sorelle. E allora ti alzi con la testa pesante e provi a mettere in ordine i pensieri alla deriva. Ci provi. Ma non sempre è facile. Fai colazione, stendi la biancheria anche se piove e ti metti davanti al pc per scrivere. Anzi, rileggi e correggi delle pagine che hai già scritto. E mentre lo fai pensi che è domenica. Ancora. E devi fare reset per rimettere tutto in ordine. Perché delle volte la mente se ne frega dei tuoi reset e decide che è domenica anche se non lo è, decide che tu sei a New York anche se non ci sei, decide che sei felice anche se non lo sei, decide che non sei Carlo anche se lo sei. Delle volte basta arrendersi. Semplicemente. Buona domenica a tutti.