giovedì 30 ottobre 2014

A CASA CON SE STESSI


La fotografa statunitense Sage Sohier ha scattato queste foto 30 anni fa per raccontare la vita famigliare - intima e segreta - delle coppie omosessuali in un'epoca stravolta dall'AIDS. 
La paura del contagio, l'insicurezza, gli strali dell'opinione pubblica, la caccia feroce al presunto untore, la ricerca di un perché divino per punire il peccato e la diversità. Dopo tanti anni le cose sono radicalmente cambiate, la comunità gay ha preso coscienza dei propri diritti e non ha paura di chiedere a gran voce quello che gli spetta. Ma tornare con uno sguardo a quei tempi, riaccende riflessi e ricordi di un passato che ha impastato e plasmato sentimenti, relazioni, storie, destini. 
Un progetto nato dalla biografia della fotografa che negli anni '70 scoprì che il padre aveva lasciato la madre perché gay. La curiosità per la figura paterna e per la sua sessualità diede il via al progetto. Sage affisse annunci in locali e giornali, partecipando anche alle prime sfilate dell'orgoglio omosessuale per capire un mondo nuovo e sconosciuto. 
"Mentre molte coppie erano timide e temevano di apparire, la maggior parte", racconta la fotografa "desideravano che la loro relazione fosse riconosciuta dalla società."

Guardando le foto si aprono tante piccole finestre su storie e sentimenti di coppia e famigliari.
Facce e corpi normali, Facce e corpi lontani dal glamour plastificato. Facce di uomini e donne che si amano e condividono un progetto di vita. 
Facce e corpi non sempre giovani, tonici, esteticamente perfetti... perché non si ama solo a vent'anni e le rughe non fermano i battiti impetuosi dei nostro cuore.
Una piccola lezione di umiltà e onestà.



















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