venerdì 24 gennaio 2014

IL MUFFIN VIRTUALE


L' altro giorno mia sorella Grace mi scrive sulla chat di Facebook e mi riporta il messaggio di una certa Agostina.

"Hey, Grace. Ho vissuto per 6 anni nell'appartamento sopra a quel ragazzo nella tua foto profilo (ad Alghero) e per 6 anni ho sempre voluto portargli una torta per scusarmi del casino vario ed eventuale, e ringraziarlo per la pazienza! Un dolcetto virtuale da parte mia! Davvero piccolo il mondo... avrei voluto mandargli un muffin per ogni sedia strisciata o per ogni volta che ho acceso il seghetto per fare modelli a orari impensabili, ma sarebbe diventato un ciccione enorme!!!"

Grace allega al messaggio il link del profilo FB della sua nuova amica. 
Lo apro e la riconosco al volo. La ragazza studiava architettura e, penso per pagarsi gli studi, lavorava in un pub. Rientrava verso le 4 del mattino e mi svegliava con i tacchetti delle scarpe che si muovevano per tutto l'appartamento. Non le ho mai detto nulla. Ho sempre sopportato con pazienza e ho cercato di capire le ragioni e i bisogni di una studentessa-lavoratrice. Delle volte ho pensato di dirle qualcosa quando la incrociavo sulle scale (molto di rado) o al market. Lei mi guardava un po' in soggezione (ora so perché) e non riuscivo mai a dirle nulla. 

A mia sorella ho risposto così: 
"Dille che, grazie alle notti insonni, ho scritto un romanzo!"
Grace: "Ti sei beccato un ADORABILE!"
Io: "E vai!"
Grace: "Ps. altro libro venduto!"
Io: "Sarà curiosa di leggere cosa ha prodotto il suo seghetto!"

P.S. - vorrei tranquillizzare Agostina... sono diventato un ciccione anche senza i suoi muffin e le sue torte virtuali. 

GENETICA!!!

P.S. 2 - se la mia vicina di casa avesse fatto davvero quello che pensava... be', sono sicuro che avrei inserito la scena nel romanzo. :-)

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