martedì 30 luglio 2013

IL CASO DELLA CLIENTE ULTRASENSIBILE


Ieri sera, una signora magrissima al momento dell'ordine:
Lei: "Senta, ci tengo ad avvisarla che sono intollerante a un po' di cose..."
Io: "Ah, sì? Tipo?"
Lei: "Vorrei prendere il riso, ma non mangio molluschi e pesce... solo verdure, ma condite senza spezie..."
Io: "Quindi può andare bene il risotto con la crema di zucchine?"
Lei: "Ma la crema è stata preparata senza burro?"
Io: "Non usiamo burro signora... solo olio extra-vergine..."
Lei: "Non posso assumere neanche quello... e il riso, mi raccomando, scotto... scottissimo e poco salato..."
Io: "Per il sale cerco di fare il possibile."
Lei: "E gradirei anche un'insalata... ma senza pomodori... mi riempio di bolle se ne mangio uno... ecco, gradirei un pochetto di rucola... ma davvero un ciuffo..."
Io: "Ok."
Lei: "Avete un pane fatto con la farina per celiaci?"
Io: "No, signora. Mi dispiace. Usiamo il lievito madre... ma non siamo organizzati per fare anche una linea per celiaci. Non ce lo permette lo spazio ridotto del locale e della cucina."
Lei: "E l'acqua? Avete un'acqua con poco residuo..."
Io: "Se vuole abbiamo un'acqua oligominerale... (segue marca dell'acqua)."
Lei: "Troppo dura per i miei reni."
Io: "Gradisce un aranciata biologica?"
Lei: "Hanno usato il coriandolo?"
Io: "Proviamo a leggere l'etichetta?"
Lei: "Certi aromi mi sfasano tutto il metabolismo."
Io: "Capisco."
Lei: "E per il dolce? Avete qualcosa senza latte, burro, nocciole, uva passa e mandorle?"
Io: "Al dolce ci pensiamo dopo... ora partiamo con il risotto...."
Lei: "Cosa mi consiglia... lo prendo?"
Io: "Stia tranquilla... è buonissimo."

Il mio sotto-pensiero mentre tentavo di prendere l'ordine: "Ma cosa vai a cenare in ristorante se non puoi mangiare un cazzo di niente?!!!"

giovedì 25 luglio 2013

UNA PALLONATA CONTRO L'OMOFOBIA


Se ne parla da anni e ancora tutto tace.
Una legge contro l'omofobia.
Per un Paese civile, moderno e giusto.
Il MOS (movimento omosessuale sardo) ha realizzato e prodotto uno spot con la partecipazione attiva delle squadre e degli atleti più importanti e amati della città di Sassari.
La Dinamo Basket, la Torres Calcio maschile e femminile, l'H.C. Sassari pallamano femminile... tutti pronti a scacciare il pregiudizio, la violenza, il sopruso con la forza di una pallonata.

Lo spot "Fai squadra contro l'omofobia" è semplice, efficace e capace di veicolare il messaggio senza inutili pesantezze. 
Conosco le persone che lo hanno pensato, elaborato e realizzato e mi fa piacere diffonderlo nello spazio colorato di questo blog.

In attesa che il parlamento italiano si svegli...

mercoledì 24 luglio 2013

FAMIGLIA OVERSIZE


Ieri mattina, a pranzo, c'era in agenda una prenotazione per un tavolo da 10.
Alle 14:20, con quasi un'ora di ritardo, si sono presentati un uomo e una donna con 8 bambini di diverse età.
Abbiamo temuto il peggio - urla, schiamazzi, cibo lanciato contro i muri o sbrindellato sotto il tavolo, confusione, corse per la sala di bimbi indemoniati - e invece, contro ogni più pessimistica previsione, ci siamo trovati davanti a una famiglia educata e organizzata.
Ebbene sì, una famiglia con due genitori e 8 figli che andavano dall'età di 15 anni a un anno di età del piccolo Giovanni - un angelo biondo con i capelli ricci e due fossette irresistibili che apparivano sulle guanciotte tutte le volte che sorrideva alle mie sollecitazioni.
"Signora... pensate di fermarvi qui o vista la giovane età siete a metà dell'opera?" 
"Mi creda... io non lo so mica come ci siamo arrivati a 8 figli!" mi ha risposto lei, sorridente e materna.
Tutti e due lavorano, sono medici, e tutti due trasmettevano una grande serenità a vederli in mezzo a quella tribù di bambini sorridenti, allegri, ma incredibilmente educati e composti a tavola.
Si capiva subito che dietro c'era una bella organizzazione e un'impostazione di base molto solida.
"Noi siamo una squadra", ci ha detto la mamma. "Tutti sanno cosa devono fare e come ci si comporta per semplificare le cose: dalla colazione del mattino, agli spostamenti in giro per la città, alle vacanze... tutto è organizzato nel modo più semplice e naturale. Per noi è una realtà normale... per chi ci guarda da fuori, forse, risultiamo un po' alieni."
E a giudicare dagli sguardi degli altri commensali seduti nei tavoli vicini - sguardi incuriositi, sorpresi e ammirati - la mamma non si sbagliava di molto.
Prima di andare via per la fine del mio turno di lavoro, mi sono avvicinato al tavolo per salutarli e fargli ancora i complimenti per la bellissima famiglia.
Si sono scusati per il ritardo: "Ci siamo persi nel dedalo di vicoli del centro storico."
"Per noi è stato un piacere conoscervi... ritardo perdonato", ho risposto io, salutando con un buffetto il piccolo Giovanni con il musetto sporco di sugo.

Ecco qua, nonostante la mia terribile fama di "mangia-bambini" - fama immeritata e che tendo ad alimentare con battute feroci solo per un puro divertimento personale - ... ci sono casi in cui ancora ho una grande fiducia nel genere umano.

lunedì 22 luglio 2013

CONSERVE DI ODIO


Inizio a pensare di essere un vasetto di ODIO concentrato.
Odio molte cose e forse non me rendo pienamente conto.
Mi ci ha fatto pensare ieri sera, durante la fine del servizio serale, la mia collega bionica (perché la chiami così merita un post a parte).
Mi fa: "Dopo ti va di fare un salto al luna-park?"
E io: "Ti devo confessare una cosa segretissima che non ho mai rivelato a nessuno..."
E lei: "Cosa?"
Io: "Odio i luna-park!"
Lei: "Mamma mia, sei allucinante!!! Mi ricordi un'altra persona..."
(Per la cronaca il suo ex, anche lui scrittore...)
Io: "Non ci posso fare niente... è più forte di me. Persino da bambino odiavo salire sulle giostre."
Lei: "Ma tu dici sempre no a tutto quello che ti propongo. Ti chiedo di fare yoga con me e mi dici no. Ti chiedo di fare il bagno a mezzanotte e mi dici no. Ti chiedo di andare alle giostre e mi dici no..."
Io: "Sei solo sfigata... mi chiedi sempre quello che non amo fare."
Lei: "Ma cosa ti costa venire in spiaggia per fare un bagno a mezzanotte?"
Io: "L'età e la consapevolezza del mio corpo."
Lei: "E chi ti vede? Non c'è nessuno..."
Io: "Tu... mi vedi tu."
(Ovviamente il vero motivo non è quello... il vero motivo è solo la mia insofferenza per il freddo... feci un bagno notturno a 20 anni e mi bloccai con il collo per due giorni...)

Tirando le somme: sono una persona che non ama fare niente.
A parte dormire, mangiare, leggere e scrivere.
E sì... lo confesso... meglio starmi alla larga... un bradipo è più attivo di me.

Vocina della coscienza: "Ma cosa dici? Corri come un matto per 10 ore al lavoro, sudando come un allevamento di maiali, sorridendo a tutti anche quando hai le palle girate e i dolori di panza e dici di essere un bradipo?"

Mmmm... mi sa che ha ragione lei, la vocina della coscienza... forse mi dipingo come un pigro pur non essendolo... o forse, più probabile, sono pigro per reazione-rigetto-ribellione.

Devo indagare meglio. :-)

mercoledì 17 luglio 2013

VOCI DI CONDOMINIO


Notte acquosa archiviata.
Mi sembrava di stare dentro un acquario.
Aria immobile.
Disperato, alle cinque del mattino, finito il ciclo della lavatrice, mi sono messo a stendere le camicie e le magliette bianche che uso in sala.
Fuori, stranamente, si respirava... rientrato in casa, nonostante le porte e le finestre spalancate, ho ripreso ad annaspare come un pesce rosso fuori dal suo elemento naturale.
Ho pensato seriamente di sdraiarmi in terrazza... e poi la cervicale chi la sente?
Metto un altro carico di roba in lavatrice: questa volta ciclo sintetici per lavare i grembiuli da cameriere figo.
Leggo un po' di pagine del libro che ho iniziato poche ore prima e ritorno nel sudario del mio letto.
Minuti di sonno effettivo?
Non pervenuti.

Questa mattina mi alzo con un cerchio alla testa, le palle girate e la voglia di mordere il primo piccione che si posa sul davanzale della terrazza.
Se mi caghi le camicie bianche ti spenno con una fiammata!
Faccio colazione, spulcio internet, rispondo a qualche notifica di FB e a qualche email, e mi metto a stendere i grembiuli da lavoro, con indosso solo le mutande e una maglietta di cotone rigorosamente nera.
Bianco=lavoro.
Nero=tempo libero.
Mentre litigo con mollette e i fili persi nel vuoto, sento un "ciao" che mi fa sobbalzare.
Nascosta dietro i gerani c'è la mia vicina di casa.
"Scusa... ti ho spaventato..."
"Non fa nulla... non l'avevo vista."
Mentre parliamo penso alla strana intimità che ti porta a parlare in mutande con una signora con cui condividi poco più di un pianerottolo del palazzo dove vivi.
"Sono alle prese con il coniglio di mio figlio" mi dice.
"Coniglio? Ma gira libero per casa?"
"Sì."
"Me lo faccia vedere."
"Impossibile. Non si fa toccare. Si fida solo di Nico. Lo tiene con sé da quando stava in Egitto per lavoro. Lo ha preso quando era piccolissimo..."
"Forse non capisce l'italiano!" ironizzò io, con la mia spiccata vena comica Made Drive In.
"Con questa battuta infelice hai distrutto la piacevolezza del libro che sto leggendo... il TUO libro!"
"Lo ha preso?"
"Certo..."
"Allora poi mi fa sapere cosa ne pensa..."
"Voglio anche la dedica... sono nel punto dove il gatto scompare..."
"Bene... non le dico nulla così non si rovina le sorprese."
Parliamo ancora un po', io termino di stendere e con un saluto veloce ci aggiorniamo alla prossima conversazione da ballatoio mattutino.

Rientrato in casa ho sorriso.
Pensi di essere invisibile e invece sei intimamente interconnesso con il mondo, non solo quello virtuale... e cosa c'è di più simile a un micro-cosmo di un condominio italico?

lunedì 15 luglio 2013

SCATTO DI MEMORIA

Venerdì mattina è venuta a mangiare in ristorante un'amica della Capa che avevo già servito diverse volte.
Il giorno è entrata, mi ha visto vicino alla cassa, e mi ha detto: "Ti devo fare qualche domanda!"
Sorrideva con gli occhi e ho pensato: "Mi vorrà chiedere qualcosa sul libro."
L'accompagno al tavolo e attendo di scoprire cosa voglia sapere di così importante.
Osservandomi attentamente mi chiede l'anno di nascita.
Subito dopo, soddisfatta dalla mia risposta, mi chiede se sono di Sassari.
Un altro centro.
"Tua madre insegnava disegno o qualcosa del genere?"
"Sì, mia madre insegnava Educazione Artistica."
"E hai avuto come maestra la Bertrand'?"
"Sì..."
"E allora noi siamo stati in classe insieme alle elementari... anzi, siamo stati compagni di banco."
"Ma scherzi?"
"Per niente... ho letto il tuo nome sulla pagina FB del ristorante e mi si è accesa una lampadina. Eri uno dei pochi nomi che mi era rimasto in testa e ho pensato subito che potevi essere la versione adulta del bambino di allora..."
"Scusami, ma io non ricordo nulla... ho come rimosso quella parte della mia vita. Mi sono rimasti solo dei flash... delle immagini confuse."
"Io invece ricordo benissimo il bambino che sei stato... disegnavi sempre ed eri bravissimo. Ti invidiavo da morire. Mi ricordo che una mattina hai disegnato Heidi in modo perfetto... per noi era un mito quel cartone... ci siamo cresciuti con le sue storie tra i monti."
"Disegnavo Heidi? Non ricordo neanche questo..."
"Sì, ma non solo quello."
"Io ricordo Lorella di cui ero perdutamente innamorato..."
"Io neanche lei."
"E Pietro con gli occhiali di Al Bano... e Antonella che rideva quando scosso da attacchi di ridarella mi fremevano le narici come un coniglio."
"Io ho dimenticato tutti. Non ho nessuna foto di quei tempi... quelle classiche con tutta la classe e la maestra, hai presente? Mi era rimasto solo il tuo nome e il ricordo dei tuoi disegni..."
Siamo andati avanti così per dieci minuti, scavando nel passato e tirando fuori reperti dimenticati che riportati alla luce, tornavano a splendere.
Abbiamo rievocato la figura della maestra Bertrand, una specie di Rita Levi Montalcini dall'aspetto elegante e austero, che mi aveva conquistato con la sua presenza discreta e intensa.
Abbiamo parlato dell'edificio della scuola, dei nostri spostamenti, di qualche episodio scolastico e, infine, delle nostre vite attuali.
Alla fine del pranzo ci siamo abbracciati e io, non so perché, mi sono sentito dentro una trama di Murakami.

giovedì 11 luglio 2013

TUTTA UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVA


Una delle classiche domande che si fanno durante la presentazione di un libro è: quando le piace scrivere... in che ore del giorno?

Immancabilmente la domandona mi è stata fatta anche alla mia prima presentazione.
Mentre ascoltavo la domanda mi dicevo: ecco, è arrivata... e a stento trattenevo un sorriso, perché dentro di me pensavo: ma a qualcuno può interessare davvero in che ora del giorno mi siedo davanti al computer e comincio a scrivere?

La mia risposta è stata particolare, perché io non parlo di ore, ma di stagioni dell'anno.
Ebbene sì: sono uno scrittore stagionale!
Il mio lavoro non mi concede di fare diversamente.
In primavera e in estate la produzione letteraria si interrompe bruscamente o rallenta parecchio, in autunno e in inverno riprende slancio e vigore. 
Ora, per restare sul pezzo, vorrei tanto scrivere il mio nuovo romanzo che aspetta solo di uscire dalla mia testa, ma non ho il tempo, la serenità e il mood giusto per farlo.

E questo mi fa incazzare.
Capita un po' come quando si è bambini: desideri tanto un determinato dolce, gioco, libro, fumetto, pantalone (gli esempi possono essere infiniti)... e ti struggi nel dolore dell'attesa finché non realizzi quel sogno impossibile. Ci stai male, non ci dormi, elabori piani per averlo tra le mani e quando arriva il momento di goderselo per davvero... la magia è già finita.

Io faccio così: bramo il tempo per la scrittura... e quando arriva, brontolo per la fatica che comporta.
Entri in un'altra dimensione e non ci sei per nessuno.

Ci vorrebbe un vitalizio minimo per gli scrittori.
Lo so, suona blasfemo parlare di soldi, pensioni, vitalizi in un periodo nero come questo.
Prendetela come una provocazione, ma conosco tanti artisti che non possono fare quello che amano soltanto perché non è possibile camparci. 
Molte categorie sono protette... la Fiat la sosteniamo tutti da decenni per beccarci macchine orribili e senza nessuna innovazione... si sprecano le pensioni per falsi invalidi... si comprano aerei da guerra che precipitano se vengono colpiti da un fulmine... si sperpera denaro pubblico con appalti fantasma e cattedrali nel deserto... ma non parlate di tutelare i creatori di sogni e magie. 
Perché scrivere mica è un lavoro.
Un hobby semmai.

Ho anche pensato che la vita bisognerebbe ribaltarla.
In gioventù, quando si devono fare esperienze, viaggiare, sperimentare, si deve garantire "la pensione di godimento dello stato di giovane felice"... dopo i 35 anni si inizia a lavorare. Che poi si sa che gli anziani si lamentano spesso di questo: di sentirsi inutili. E quando si è anziani, molte cose belle della vita, non le puoi più fare con lo stesso slancio dei 20 anni... e allora... RIBALTAMENTO DELLA PROSPETTIVA. 

Mi sa che sono pronto per il Movimento 5 Stelle!

:-)

mercoledì 10 luglio 2013

CONTATTO


È passato un mese dall'uscita del mio libro e iniziano ad arrivare i primi commenti, le prime impressioni, le prime reazioni dei lettori. 
Intorno a me si muove qualcosa di bello e indefinito che non riesco a quantificare e controllare. 
Dopo anni di scrittura solitaria, scopro che le mie visioni parlano alle persone... comunicano... CREANO CONTATTO.
Si scrive per molte ragioni: necessità, urgenza, cura palliativa, ambizione, voglia, noia, follia, tenerezza, amore... si scrive perché non si può far tacere quello che si agita impaziente dentro gli spazi infiniti della testa.
Al termine del lungo processo creativo, quello che esce fuori, è un risultato incerto, prossimo al collasso... ma a volte, la magia scatta e tutto appare semplice come non lo avresti mai immaginato davanti allo schermo illuminato del tuo computer: unico complice delle tue assurde visioni.
La mia stessa percezione dei personaggi e della storia si sta modificando subdolamente sotto i miei occhi.
LORO - Dumas, Danette, Denis, Polar - vivono liberi e indipendenti, nonostante la mia ingombrante presenza. 
E questo, lasciatemelo dire... è fighissimo! :-)

Notizia dell'ultima ora: la prossima presentazione la farò a Sassari, la mia città, presso la Libreria Koiné in via Roma, giovedì primo agosto, ore 19. I dettagli sono ancora da definire... ma data, il luogo e l'orario, invece, sono confermati. Vi aspetto. 

domenica 7 luglio 2013

LASCIA ANDARE LA STORIA


Arrivano le prime impressioni, le prime opinioni, le prime critiche al mio romanzo.
Messaggi personali, commenti su facebook, conversazioni sulla chattina, persino messaggi inattesi da persone che non conosco. 
Mi sento una nuvola persa che viaggia sullo specchio di un grande mare. 
Ancora non mi rendo bene conto di quello che succede quando ti esponi al giudizio del pubblico semplicemente pubblicando un libro.
Durante la presentazione, per la prima volta, ho capito cosa vuol dire "lasciare andare le storie": tutti le possono leggere e farle loro. 
Immaginano i personaggi come tu non li hai mai immaginati, ci trovano dentro significati che tu non hai mai pensato o cullato nella tua mente, ci rivivono sopra le loro emozioni, filtrate dall'esperienza personale. 
Io ascoltavo e cercavo di capire il potere dilaniante delle parole... non le mie... le parole in genere. 
Il potere evocativo che nascondono come una seconda pelle, una seconda natura.
Solo ora sono cosciente di quanto la storia di Danette, Denis e Dumas mi ha scavato un buco nel cuore e di come ci sono caduto dentro come un fesso.
Ho impiegato 3 anni della mia vita per scriverlo e farlo diventare quello che è ora... e 3 anni sono lunghi e complessi da gestire. 
Non importa se dopo questa storia ne ho scritte molte altre: quando torni sul "luogo del delitto"... quando pensi al calore del "primo amore"... tutto si accende di una luce verde fortissima.
Perdi pezzi di lucidità e il senso stesso del tempo... e torni lentamente a galleggiare nel vuoto.
Ammasso di molecole informi... alla deriva.

Ho visto un luccichio sorpreso negli occhi di qualcuno, e questo, a volte, ripaga il tuo sforzo più di mille parole.

sabato 6 luglio 2013

PROVE VIDEO


Sono passati due giorni dalla presentazione e sono ancora avvolto dalla piacevole sensazione di quell'indimenticabile serata. 
Non so se ne verranno altre (spero di sì), ma la prima resterà sempre la prima, e quindi unica, speciale, magica. 
Il mio cuore era da un pezzo che non batteva così forte e la mia lingua è riuscita a formulare qualche concetto con un minino di forma e di sostanza.
Sono stato travolto dalle manifestazioni di affetto e di stima, e tutto questo BENE me lo terrò stretto per i momenti di magra.
Ringrazio Gian Michele per avere realizzato con il suo iPhone un breve video della presentazione.
Rivedermi IN ACTION mi ha imbarazzato, emozionato e fatto dire ancora una volta: ma è tutto vero?



venerdì 5 luglio 2013

BATTESIMO DI FUOCO


Ieri, la mia prima presentazione ufficiale, mi ha regalato una valanga di emozioni difficili da descrivere e da contenere nel post di un blog. 
Arrivato in libreria alle 18:40, ho conosciuto Luca, il giovane libraio della libreria Koiné, e la mia relatrice Barbara Proli, con le lettrici che avrebbero da lì a poco dato vita alle pagine del mio libro. 
L'emozione era tanta - il cuore batteva come un tamburo dentro al petto - e in attesa del pubblico ho proposto di andare a bere qualcosa di forte per farmi coraggio e stimolare l'incoscienza. 
Mi sono fatto un Montenegro ghiaccio e arancio, seduto nella via principale di Porto Torres, e ho socializzato con le mie compagne d'avventura. 
Alle 19:15, quando sono rientrato in libreria, la sala era gremita: PANICO! E ora? Che faccio? Scappo? Resto? Fingo di essere un'altra persona?
Mi sono diretto verso il fondo della sala, dove mi aspettava Barbara con le lettrici Paola, Maria Stella e Sara, e mi sono accomodato davanti a un tavolino basso dove erano state sistemate diverse copie del romanzo.
Barbara ha acceso il microfono ed è partita... da quel momento io non ci ho capito più niente. 
Ascoltando le lettrici mi chiedevo: "Ma ho scritto io queste cose?"
Sono arrivate le domande e ho fatto del mio meglio per non sfilacciare il senso dei miei pensieri. Ero teso ed emozionato. Non è facile parlare di sé e delle cose che fai davanti a tante facce che ti scrutano con curiosità, ma ho deciso di essere semplicemente me stesso. 
Durante la lettura di un passaggio del romanzo mi sono persino commosso e ho fatto fatica a trattenere le lacrime. Il momento è stato intenso e ha scosso la sala... si percepiva una forte emozione, quasi palpabile tra gli sguardi e le parole non dette.
Alla fine delle letture sono arrivate le domande del pubblico... e anche qui ho fatto del mio meglio per essere onesto, diretto, semplice.
La firma del libro e la stesura delle dediche mi ha richiesto una mezz'ora buona. 
Ero seduto lì, con le persone che mi si avvicinavano e mi dicevano il nome e mi sorridevano, e io cercavo di non perdermi come mi capita di solito. 
Mi hanno persino chiesto una dedica a forma di LUMACHINE... all'inizio sono rimasto spiazzato, ma dopo qualche minuto di attesa, sono riuscito a realizzare la dedica grafica. 

Io posso solo dire grazie a tutti quelli che c'erano e a tutti quelli che mi hanno pensato per farmi sentire la loro forza anche da mondi molti lontani. 
Mi sono sentito amato... e questo capita molto di rado nella vita. 
Grazie a Barbara Proli e alle mitiche lettrici (sorridenti, belle, intense... grazie, grazie, grazie)...
Grazie a Luca, un misto tra un apache e un rocker... mi ha fatto piacere riconoscermi nei tuoi occhi scuri.
Grazie alla Farnesi Editore e alla mia editor Federica Gnomo... se il libro esiste è grazie a lei.
Grazie a mia madre e mio padre per avermi seguito in questo folle sogno.
Grazie alle mie sorelle... e a tutti gli amici che sono passati per dirmi... IO CI SONO!
Grazie a tutti gli sconosciuti che mi hanno ascoltato e hanno comprato il libro.

In attesa di buone nuove... si riprende a lavorare e a SOGNARE.



















Ho tra le mani anche un video... ma quello lo monto e lo carico con calma questa sera.

P.S. - grazie anche a Danette, Denis, Dumas e Polar... siete gli ultimi... ma non di certo per valore e importanza. 

mercoledì 3 luglio 2013

SORRISI SONORI


Ieri sera, la mia collega Lux, in un incontro-scontro in una zona di passaggio del ristorante, mi ha sorriso e, subito dopo, si è portata una mano alla bocca imbarazzata, arrossendo.
"Scusa" mi dice.
"Scusa cosa?", chiedo io.
"Come ti ho sorriso mi è scappata una puzzetta!"
"Mi vuoi dire che hai i muscoli anali collegati ai muscoli facciali?"
"Non mi era mai successo... che vergogna!"
"Ma no... dài... è una cosa carina..." ho risposto io, sorridendo a mia volta (questa volta senza emissione di rumori e di gas.)

Ho sorriso del suo imbarazzo palese e, immediatamente dopo, mi sono fatto qualche domanda.

Una su tutte: questo è l'effetto che faccio alle donne?

martedì 2 luglio 2013

IO NON LEGGO!


Qualche giorno fa sono passato nella cartolibreria dove rilego sempre i manoscritti da inviare a qualche concorso o a qualche casa editrice e, parlando con la ragazza che da anni mi serve, mi è venuto spontaneo avvertirla che finalmente il mio primo libro era  arrivato nelle librerie.
"Ma davvero? Sono contenta", mi risponde, continuando a impaginare i fogli del mio nuovo manoscritto.
"Sì, sono davvero felice... dopo tanti anni che ti rompo con le mie cose... ora sai che non hai lavorato invano."
"In bocca al lupo! Si trova anche nella libreria PincoPalla (ometto il vero nome per ovvie ragioni)?"
"Ma sai che non lo so? Senti, mi potresti fare un favore?"
"Dimmi."
"Puoi entrare a chiedere se hanno il mio libro?"
"Certo. Nessun problema."
Prende un foglio, si appunta il mio nome e il titolo del libro e mi fa. "Però ci mando una mia amica. Non vorrei che poi me lo facesse ordinare. Sai... IO NON LEGGO!"
E me lo dice con un sorriso lieve, disarmante... come se mi stesse dicendo che non ama il succo di pera o il cioccolato fondente.
"Tranquilla... è solo per capire se dopo tanti paroloni hanno realmente fatto l'ordine. Ci ho speso tanti di quei soldi in quella libreria... che mi aspettavo un minimo di attenzione."
"Sì, capisco."

Ho pagato la nuova rilegatura, l'ho salutata e sono andato via.
La delusione e la sorpresa sono state così grandi che non sono riuscito a ripassare per chiedere l'esito della piccola indagine. Non mi interessava più.

Nei giorni seguenti mi sono chiesto più volte come si possa dichiarare con tanta semplicità una cosa così terribile.
Leggere, per me, è un'esperienza così bella, intensa, vitale... che la paragono all'atto del respirare, del mangiare, del fare l'amore.
Leggendo ho scoperto mondi nuovi, ho esplorato la mia mente e i suoi limiti, ho aperto porte e spalancato finestre, ho spiccato il volo e sono caduto con il muso nella melma più volte.
C'è stato tutto e il suo opposto.
Come puoi privarti di una gioia così grande?

Poi mi sono detto: "Chissà quante cose ama quella ragazza che per te non contano nulla. Semmai adora il ciclismo e non si perde un solo Giro d'Italia... o forse adora i programmi culinari della Clerici... che ne sai tu... uomo presuntuoso e insensibile!"
Eppure, nella mia testa, la delusione rimane solida e ingombrante: mi ero fatto un'idea completamente diversa di quella ragazza.
Mi appariva colta, curiosa, attenta... una persona aperta ed empatica... e poi scopro che non legge libri.
Forse sfoglia le riviste di gossip... forse.

Il mio è uno sbobismo di bassa lega?
No... soltanto una manifesta incapacità di comprensione.

P.S. - avvertenza agli esordienti: se vi prende la smania di controllare cosa succede dentro le librerie... ovvero, contare quante copie sono rimaste sul bancone, se il libro è ancora in vetrina, se è esposto bene nel punto vendita ecc. ecc. - superate in fretta questa fase... porta solo guai e giramenti di testa. Nel mio caso è durata solo tre giorni.

lunedì 1 luglio 2013

NATO IL 4 LUGLIO


Archiviato il mese di giugno tra visite mediche, recupero della gamba e medicazioni - ora sono alle prese con una pomata miracolosa (arrivata via posta celere dalle farmacie del Vaticano) per aiutare i tessuti della ferita a cicatrizzare bene e a livellarsi correttamente tra i vari strati e le varie guaine. Inizio a sentire la presenza della ferita-intruso tutte le volte che il tempo cambia e in questo mi sento perfettamente inserito nella categoria veggenti-corporali: la mia cervicale mi dice che domani pioverà!; la mia emicrania perforante mi dice che domani il mondo sarà invaso dagli alieni; la mia schiena indolenzita mi dice che domani piomberà sul mondo un uragano di proporzioni bibliche! 


Quante volte ho sentito i profeti e la maghe del corpo-sentinella annunciare catastrofi?

Ora sono uno di loro... o almeno così sembra.
La notte, stanco dal turno in ristorante, mi spalmo la crema-santa sulla ferita a base alcolica e avvolgo il polpaccio con vari strati di pellicola alimentare trasparente per impedire che l'unguento evapori. La mattina dopo elimino il bendaggio di fortuna e lavo la ferita.
Insomma, mi dedico delle micro-saune notturne: il polpaccio è sempre più snello e fa la sua bella figura. 

Oggi inizia luglio. Mese tosto che annuncia l'inferno di agosto. 
Vivo un momento particolarmente teso e confuso e dopo delle inutili e spiacevoli discussioni sul posto di lavoro ho capito che devo ritrovare un po' di leggerezza e di sano menefreghismo.

Inutile farsi il sangue amaro.

Giovedì 4 luglio ci sarà la prima presentazione ufficiale del mio romanzo "Domani sarà un giorno perfetto", e voglio concentrare tutte le mie energie su questo piccolo evento. Tremo di ansia, paura ed emozione. 
Mi presenterà Barbara Proli, responsabile di un'associazione culturale che ha organizzato in passato molte iniziative di grande interesse in città, e due attrici leggeranno alcune pagine del libro . 

Incrocio le dita!

Nella vita ci vuole un fisico bestiale e serve un sano allenamento per non soccombere o arrendersi davanti alla prima difficoltà.
Mi lascio le troppe delusioni alle spalle.
Mi dimentico i problemi di salute.
Sospendo per un attimo tutte le pendenze e le contingenze...
... e per una volta penso solo alla mia felicità!

Allora vi aspetto a Porto Torres, alle ore 19, presso la Libreria Internazionale Koinè.
Io ci sarò. :-)