martedì 11 settembre 2012

PASTICCIO DI CERVELLO

 
Il vento e la pioggia ha portato una marea di giapponesi nella mia città.
Sono apparsi tutti insieme negli stessi giorni.
Strane coincidenze.
Molti portavano al collo un cartellino.
Solo dopo qualche giorno abbiamo scoperto (grazie a una mia domanda a un signore italiano con lo stesso cartellino in bella vista sul petto) che ad Alghero si teneva un convegno internazionale sulla percezione della realtà da parte del cervello attraverso lo sguardo dei nostri occhi.
Un argomento complesso e affascinate: i processi che inviano al cervello le stimolazioni visise e le modalità usate dal nostro computer organico per organizzare questa immensa mole di informazioni.
Per diversi giorni siamo stati invasi da questi congressisti che parlavano tra di loro in inglese scambiandosi opionioni, esperienze e risate.
E noi a trottare come automi.
 
In quei giorni c'erano anche molti giapponesi in vacanza senza cartellino al collo.
Coppie e gruppi di amici.
Tutti felici e sorridenti.
E sì, sono speciali i giapponesi.
Sono gentili, educati.
Non alzano mai la voce.
Siedono composti.
Ti fanno dei piccoli cenni per attirare la tua attenzione.
Amano sperimentare sapori nuovi.
Applaudono felici qualsiasi cosa gli porti in tavola (sembrano dei bambini...battono le mani esattamente come fanno le foche nella pista di un circo) e se li coccoli con un decoro particolare lanciano urletti entusiasti.
Mangiano tutto e lo fanno lentamente.
Fotografano ogni cosa: tazzine di caffè, camerieri in azione, piatti, bicchieri, vetrine con i dolci.
Bevono poco.
Lasciano poche mance.
Salutano con un leggero inchino.
Sporcano pochissimo la tovaglia.
Ritornano sempre.
Dopo qualche giorno inizi a distinguerli.
 
Nel nostro lavoro arrivi a un punto (agosto) che non guardi neanche più in faccia i clienti (non hai il tempo materiale e la forza fisica).
Vedi così tanta gente che il tuo cervello non registra più niente. Scivola oltre.
Ecco, dovrebbero fare un convegno su come reagisce il cervello di un cameriere dopo lo stress della stagione estiva, per capire qualcosa sulla natura umana.
 
Io sono pronto a dire la mia.

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