sabato 28 gennaio 2012

L'APOTEOSI DEL RINGRAZIAMENTO


E' più forte di me.
Non riesco a resistere alla tentazione.
Tutte le volte che compro un libro, la prima cosa che vado a leggere, sono i ringraziamenti alla fine del volume. Non so perché. In quelle parole mi sembra di cogliere, a volte, delle sfumature per capire meglio la storia che mi sto accingendo a leggere. Non tutti gli scrittori sono generosi. Alcuni sono davvero avari di grazie e informazioni. Si limitano a una sfilza di nomi che non ti dicono assolutamente niente. Altri, invece, riescono a sorprenderti parlando della trattoria dove hanno pranzato durante la stesura del libro, oppure ringraziano un amico che gli ha ospitati a Dublino o Parigi, o citano luoghi e momenti che hanno colpito la loro fantasia.
Piccole informazioni che riescono a creare un ponte tra chi scrive e chi legge. 
Sì, lo confesso: adoro i libri con una bella pagina di ringraziamenti.
Se non trovo nulla di interessante, stimolante o generoso...come dire...ci rimango male e sono meno invogliato a iniziare la lettura.
Prendete Stephen King ad esempio: è capace di scrivere pagine e pagine di ringraziamenti, motivazioni, aspirazioni, progetti e desideri.
Mi piace sempre. In un certo senso mi racconta una piccola scheggia del processo creativo che ha portato alla stesura del romanzo che ho tra le mani.
Ora sono alle prese con il romanzo di Paolo Sorrentino, HANNO TUTTI RAGIONE, e anche lui mi ha colpito per l'originalità dei ringraziamenti.
Nulla di strano o imprevedibile.
I suoi film raccontavano già una sensibilità particolare.

Riporto una frase di Arundhati Roy che ho letto l'altro giorno in un'intervista e che mi ha colpito molto.

"Se stai scrivendo un romanzo le chance di fallire sono molto alte. Puoi farlo solo sapendo che puoi fallire, altrimenti non stai sperimentando. Io scrivo perché devo, perché sarebbe troppo umiliante non farlo!"

ALIAS 

giovedì 26 gennaio 2012

LE OMBRE AZZURRE di PATRIZIA MUCCIOLO


Ho letto diversi fantasy nella mia lunga vita di lettore.
Non sono un esperto e in un certo senso non sono neanche un fanatico del genere.
Ho letto tutta la produzione di Terry Brooks, un autore molto amato e spesso contestato per il suo approccio al genere.
Ho letto tutta la saga di Harry Potter.
All'inizio con qualche ritrosia e man mano che procedevo nella lettura sempre più coinvolto dalla storia che mi veniva raccontata.
Ho letto qualcos'altro ma, sicuramente, mi mancano dei capisaldi del genere come il maestro indiscusso:Tolkien.

Tutto questo preambolo per parlare di un romanzo fantasy tutto made in Italy che ho letto di recente.
LE OMBRE AZZURRE di PATRIZIA MUCCIOLO.
Finalista del Torneo 2011 di Gems e pubblicato di recente in versione ebook.
Il romanzo è ambientato in Italia (scelta già di per sè curiosa) e l'azione si svolge nei primi anni '60.
Racconta di un ragazzino che si risveglia con la memoria azzerata in un vicolo di una città che non riconosce: non ricorda più nulla della sua vita e della sua famiglia. Un altro ragazzino, che incontra casualmente, lo aiuta a risolvere il mistero che lo circonda. Tutta l'azione si muove intorno alla complicità che lega i due ragazzini e ai personaggi che interagiscono con loro: famiglie, insegnanti, compaesani, compagni di classe, amici di scorribande. Non vi anticipo nulla per ovvie ragioni. Posso solo dirvi che la narrazione riesce a coinvolgere il lettore e a stupirlo con la creazione di una vasta gamma di personaggi che sembrano uscire di peso da certi film italiani in bianco e nero che raccontavano la provincia italiana con uno sguardo ironico e disincantato.
La magia c'è...ma appare con parsimonia e senza mai prevaricare sull'umanita dei personaggi.
Ho chiesto a Patrizia Mucciolo di rilasciarmi un'intervita e lei, gentilissima, non solo ha risposto, ma mi ha anche confessato di essersi divertita. 
Ecco il frutto del nostro incontro virtuale! 

 Com’è nata l’idea di un romanzo fantasy ambientato nella provincia italiana?
Il 1965 vuol dire la televisione e le sue suggestioni: notizie dallo spazio e cartoni di Hanna e Barbera, quelli che passano ancora oggi in TV. Un dettaglio all’apparenza frivolo sul quale, ma solo a partire da quegli anni, due generazioni distanti si possono ancora confrontare.
L’idea del romanzo nasce dal fatto che mio figlio era rimasto senza libri da leggere. Più o meno tra il secondo e il terzo Harry Potter. Un libro? Che ci vuole? Lo scrivo io. Non avevo previsto che sarebbe  saltato fuori un fantasy. Ero solo partita da una cosa che da piccola mi aveva colpito parecchio: nel mio paese, un ragazzino della mia età era stato trovato morto a un angolo della strada. Ecco perché la provincia, ecco perché quegli anni. La storia è venuta fuori da sola e ha preso quella piega…
I personaggi nel romanzo sono tanti, ma alcuni spiccano per carattere e personalità. Vedi la maestra Cornacchia. Come lavori sui personaggi?
Fanno tutto loro. Alcuni li conosco. Non devo fare altro che guardarli e ascoltarli mentre si muovono nella storia, poi seguirli fino a casa e spiarli dalla finestra. Altri si presentano da soli, come il maresciallo. Quelli devo solo collocarli nel presepio. E poi, semplicemente, ci sono io travestita. Come sempre.
 
L’amicizia tra i due ragazzini e il contesto famigliare che si muove alle loro spalle arricchisce la storia di spunti umani teneri e divertenti. Quanto c’è di tuo e quanto di inventato?
C’è molto di mio. La casa di Agostino, “vicino alla pesa pubblica, nella contrada bassa” è la casa di una compagna di scuola dove ho passato pomeriggi a fare (anche) i compiti mentre gli interpreti della sua vita famigliare mi si muovevano attorno. Scegliendo quella casa ho preso il pacchetto completo, familiari compresi, anche se la madre, la Vittorina, è una madre universale, rappresentativa di tutte le madri che conoscevo all’epoca, madri casalinghe, col ceffone facile, che la mattina andavano a far la spesa e il pomeriggio facevano il minestrone. 
La tua passione quando nasce e dove e quando ami scrivere?
Nasce dall’aver finito un libro in un posto sperduto e non avere altro da leggere. Ho cominciato a scrivere durante turni di guardia in cui grazie al cielo mi annoiavo.  Ci ho preso gusto.
Quanto alle circostanze, è inutile, non ho il sacro fuoco. Scrivo quando sono obbligata in un posto e non ho altro da fare.

Il fantasy e il magico, nel tuo libro, sono molto contenuti e controllati. Avevi paura di esagerare premendo sull’acceleratore o si tratta solo di naturale economia del testo?
Non amo molto gli effetti speciali, neanche al cinema. Quelli raccontati poi sono terreno davvero scivoloso, si rischia il ridicolo. Il diavolo abita sul tuo stesso pianerottolo e tu non lo sai perché non c’è scritto Belzebù sul campanello. Non è più incisivo della visione del diavolo in alta uniforme?
Ami il fantasy più tradizionale o lo consideri un genere poco interessante?
Non sopporto elfi, gnomi, draghi e tritoni (?), mappe di terre di nessuno, regni da difendere, futuri apocalittici, cavalieri che se la tirano, nottole e vampiri.

La tua prima memoria culturale?
Ho finito i compiti, sto coi piedi appoggiati a una stufa e leggo il Giornalino di Gianburrasca.
Biografia in una playlist?
Infanzia: Tutti morimmo a stento - Fabrizio de André (ero una bambina allegra)
Adolescenza: Selling England by the pound - Genesis
Giovinezza: Avalon -  Roxy Music
Maturità: Drowning by numbers -  Michael Nyman
Vecchiaia, che culo posso contare anche quella: Vaka - Sigur ros
 
Cosa stai leggendo in questo momento?
La misteriosa fiamma della regina Loana.
Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
Un paio di libri devo averli rubacchiati. Ma in un grande magazzino. E poi allora si chiamavano espropri proletari (più difficili a dirsi che a farsi).
Feticismi tecnologici?
A parte il notebook sempre acceso non ho altro.
Cosa odi e ami del web?
Del web amo l’hic et nunc, di cui al contempo mi rammarico, essendo antica dentro.
Un gesto politico importante?
Mi rendo conto che l’invasione della Polonia abbia avuto una sua catastrofica rilevanza, ma considererei gesto politico innovativo una pubblica ammissione di colpa.
La frase scusa preferita?
Ho avuto altro da fare
A 13 anni cosa volevi fare?
Avevo visto una riduzione televisiva in cui il dr. Jekill era un biologo. Che cose interessanti fanno i biologi, mi ero detta…
Poi alle prese coi ribosomi ho capito che non era vero.
Hai per un giorno il potere assoluto: la prima cosa che fai?
Disintegro i SUV. Quando ho finito di ridere mi occupo delle testate nucleari, su quaranta delle quali sto  seduta nel momento in cui scrivo. Poi spengo Las Vegas.
Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista?
Il Leone Pompucci delle Mille bolle blu.
Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità?
Con un fuoco d’artificio.
Cosa conta più dell’amore?
La felicità, ma forse anche quella è una delle sue facce.
La tua casa brucia, cosa salvi?
Mi sa la carta di credito.
Se dico Italia… cos’è la prima cosa che ti viene in mente?
Piazze e campanili.
La volta che hai riso di più?
Alle medie, un pomeriggio in cui con due amiche si doveva fare una ricerca sul Giappone. Invece continuavamo a rincorrerci per le scale cercando di non far rumore.
Una cosa che non hai mai capito della gente?
Come possa credere alla pubblicità dei detersivi.
Una cosa che volevi e non hai avuto?
Una finestra su un parco. (Non è vero. Due gambe strepitose. Da girare sempre in mutande anche d’inverno)
Un consiglio che non hai dimenticato
Mai mischiare amicizia e interesse.
Come valuti la tua esperienza al Torneo di Gems?
Innanzitutto divertente. Ho letto con libidine quello che scrivono gli altri, ho conosciuto persone gradevoli e qualche anima sorella. Ho capito che non parteciperò mai più ai concorsi della proloco e del dopolavoro ferrovieri, perché dopo che hai accidentalmente brindato con l’editore di Harry Potter ti monti la testa, mi sono trovata con un romanzo diffuso in rete che forse non leggerà nessuno, ma sostenuto come né io   una sconosciuta casa editrice avremmo potuto fare con un libro di carta. In fondo io ho solo partecipato a un concorso, il resto è venuto da solo.
Cosa guardi in tv e cosa odi della tv?
Guardo davvero di tutto perché ho il gusto dell’orrido. Mi piace spiare nelle case della gente, guardare i soprammobili, i centrini e i calendari appesi, la moquette degli inglesi e i giardinetti con bandiera degli americani. I programmi sui ciccioni. Odio la pubblicità, i programmi di cucina e i programmi contenitore col pubblico che interviene urlando, per quanto alcune trippone vocianti a volte mi affascinano.
Una frase che ti rappresenti?
Ci penserò domani.
Quanto conta il sesso nella vita?
Faresti questa domanda a Minnie e Topolino?
Il senso più importante
Il senso dell’umorismo.
Il film animato più amato da bambina?
La spada nella roccia.
Cosa c’è sempre nel tuo frigo?
Una bottiglia da stappare.
Una cosa stupida che non riesci a smettere di fare?
Leggere il blog di Io Scrittore anche quando agonizza.
Icone moderne?
… me ne venisse in mente una… Chi si appende alle pareti della camera adesso? Homer?
Il vero lusso è?
Avere tempo libero. Ma non per andare in palestra però. Andare. Magari per cicoria. O semplicemente stare.
Progetti futuri?
Finire il seguito delle Ombre azzurre. (REVENGE!)
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Tre nomi.
Vittorio Zucconi, Beppe Severgnini e quel bel ciccipuccettone di Colin Firth. L’ultimo nominato può anche stare zitto.
Se alzi gli occhi al cielo cosa pensi?
Ehi, c’è qualcuno?

***
Ecco qui...l'intervista è finita.
Devo confessare che le risposte di Patrizia Mucciolo mi hanno divertito per la sagacia e l'ironia sottile.
Ancora grazie per la disponibilità.

ALIAS

CROLLO O SON DESTO?


Il mio cervello inizia a dare segni di usura e cedimento strutturale.
Il mio corpo segue a stretto giro di posta.

Il mio ebook ancora non è stato pubblicato nel mare magnum del web.
Non ho ancora ricevuto il testo per verificare l'editing che è stato fatto da Gems.
 Mi chiedo quando arriverà il mio momento e nell'attesa, oltre a vivere, scrivo il mio nuovo romanzo.
Mica facile.
Sono partito dal nome di un personaggio.
Si può iniziare un romanzo da un input così piccolo?
Nel mio caso sembra di sì.
Al primo nome se n'è aggiunto un altro...poi è arrivata un'immagine...un luogo e da quel luogo è partito tutto il processo creativo.
Sono impegnato con la parte finale.
E sudo...sudo freddo.
Poi ci sarà la revisione. Quella cosa odiosa che ti comporta una fatica doppia e uno stress triplo. Quella cosa che viene dopo la libertà selvaggia della prima fase...quando scrivi seguendo l'onda e non pensi troppo ai particolari.
Dopo no...dopo ci devi pensare.
Cosa indossava quel personaggio nella scena 3?
Un cappotto o una giacca?
I capelli erano biondi e ricci o neri e ricci?
Mica puoi sbagliare!
La marca della macchina di tizio e la via dove abita caio?
E date, nomi, luoghi, coerenza narrativa...
Questa cosa non l'hai già spiegata altrove?
Questo avverbio e questo aggettivo non sono semplicemente superflui?
E via torturando...

Spero di farcela.

Però, ehi, ragazzi...però mi sono anche divertito a scriverlo, che credete?
Ho goduto come un sorcio in una vasca piena di miele!
Sempre che un sorcio goda e non affoghi in una vasca piena di miele!
Ma ci siamo capiti, vero?

Ho scelto un genere...e quel genere l'ho tradito come mi capita sempre...e allora mescolo e frullo e il mix diventa qualcos'altro.
C'è il problema del titolo.
Come tutte le volte non riesco a trovarne uno che mi faccia dire: cazzo...questo è il TITOLO!
Però mi sono divertito...accidenti se mi sono divertito a scrivere il mio nuovo, incasinatissimo romanzo!

ALIAS

lunedì 23 gennaio 2012

IO CI CREDO!


L'importante è crederci.

Ho sempre pensato che la forza di volontà può fare miracoli.
A chi non è capitato di andare ad assistere alla recita scolastica di una sorella, una nipotina o un cuginetto e restare allibiti davanti a un tutù di danza classica che esplode sotto la pressione della ciccia, davanti a una poesia martoriata da un'evidente balbuzia, davanti a un saggio di hip-hop dove non c'è nessuno che vada veramente a tempo con la musica?
E che dire dello zio con l'artrosi che si crede Fred Astaire.
Della vicina di casa che studia danza del ventre e non capisce come mai non trovi un costume della sua misura.
Di un cugino 50enne che sente il fuoco sacro dell'arte bruciare potente e vuole partecipare a X-Factor con una canzone di Michael Jackson.
Di un'amica che è convinta di cucinare come Vissani e non indovina mai i tempi di cottura e gli abbinamenti delle spezie.
Di un amico che è convinto di essere il nuovo Ammaniti sardo e non si capacita di come le Case Editrici non si accorgano del suo immenso valore letterario.

Ecco...appunto...basta crederci e la vita, complessa e incasinata, diventa molto più leggera e colorata.

ALIAS

THE SHOW MUST GO OFF


Guardando questo sketch su THE SHOW MUST GO OFF, che ironizzava sui bambini che cantano nei programmi televisivi, ho iniziato a ridere come uno scemo.

Poi è arrivata un'altra scena che mi ha steso sul pavimento.
Lillo e Greg con delle paradossali interviste ad alcuni ospiti giapponesi.
Esilarante!


Il nuovo show della Dandini dopo la fuga verso La 7 è stata una bella boccata d'aria fresca.
Le rielaborazioni musicali di Elio e le Storie Tese.
Le incursioni comiche di Vergassola.
L'intervista gustosa e ironica a Camilleri (un grande!).
L'intervista intima e leggera a Tiziano Ferro (un personaggio che ammiro sempre di più!).
Le scene comiche. I balletti. Le imitazioni di Casini e di Barrico.
Un appuntamento da non perdere...ovviamente se non avete altro da fare il sabato sera!

ALIAS

domenica 22 gennaio 2012

PROFETI SUPERFLUI


Ma davvero davvero pensate che io non abbia uno specchio in casa?

Inizio a essere stufo delle persone che incontro per strada, e ancora di più di quelle che mi contattano su FB dopo anni di latitanza, e si sentono in dovere di avvisarmi che sono INGRASSATO.

Lo so di essere GRASSO!
Ok?
Me lo dice tutte le mattine quel dannato specchio che a me non dice mai "Tu sei il più bello del reame!"
Al massimo si rifiuta di specchiarmi.

Ed io prendo e incasso, prendo e incasso, prendo e incasso.
Dovrei iniziare a rispondere per le rime:
Ma ti sei vista con quelle labbra rifatte?
Ma vogliamo parlare della tua faccia che sembra una prugna secca?
E tu che dimostri 20 anni di più?
Parla l'uomo con la gobba?
Miss cellulite si è svegliata dal letargo?
Ma io non sono così.
Io cerco sempre di non formalizzare una realtà evidente a tutti.
All'interessato/a per primo/a.

Quindi ve lo dico una volta per tutte.
Il mio specchio funziona bene.
Io non sono cieco.
Di lavoro non faccio il modello o l'attore.
In ascensore entro senza problemi.
Il mio water non è rinforzato con blocchetti di cemento.
Mia madre mi vede sempre bellissimo.
Le mutande le compro all'Oviesse.
E sopratutto...sopratutto mangio quanto cazzo mi pare!

Chiaro profeti superflui dei miei cuscinetti di ciccia?

ALIAS

sabato 21 gennaio 2012

FIOCCO ROSA


Ieri notte ho ricevuto un sms dal mio amico Sandro che vive nel Maine con il suo compagno Eric.
Mi avvertiva che nella notte tra il 20 e il 21 gennaio è nata la bellissima Eleonora Francesca.
Sono diventato un'altra volta zio!
La sorellina di un anno e mezzo Rachel Maria sarà contentissima.
Ora il trono da principessa dovrà dividerlo con una puffetta rosa.

Dire che sono felice ed emozionato non rende l'idea per quello che sento in questo momento.
Ammiro il coraggio di Sandro ed Eric e il grande amore della loro carissima amica Rachel che ha permesso che il loro sogno di genitori si avverasse portando avanti entrambe le gravidanze.
Rachel non è la madre biologica.
Gli ovuli sono stati scelti in una banca del seme e fecondati con gli spermatozoi dei due papà.
Su 6 ovuli fecondati solo due hanno raggiunto il fine che tutti speravano.

Lo so.
Per noi in Italia suona strano.
Pura fanstascienza.
Ma la magia della vita se ne frega delle nostre paure e dei nostri limiti mentali.
Benvenuta Eleonora Francesca.

Con orgoglio...tuo zio!

ALIAS

giovedì 19 gennaio 2012

LIFE IS...?


L'altro giorno sono andato a cercare il libro di Giuliano Pasini in una libreria e ho scoperto che non c'era.
Decido di ordinarlo per regalarlo a un amico alla prima occasione.
C'è sempre un amico che ama leggere un buon thriller.
Curiosando tra i libri esposti sui banconi vedo la copertina del nuovo romanzo di Barbara D'Urso. Scherzando dico: "Mi sa che mi compro TANTO POI ESCE IL SOLE!"
La libraia sorride e mi guarda con gli occhi velati dalla malinconia quando mi rivela che il libro ha venduto bene durante le feste natalizie e continua a vendere.
"Non mi chiedere come sia possibile...ma è così!"
Ho cercato di immaginare le facce dei possibili acquirenti del libro della Madonna del Pomeriggio e confesso di aver fallito: la mia fantasia non arriva a tanto!
Si sa...LIFE IS SHIT!

Ho sempre considerato orribili le vacanze nei villaggi turistici dove tutto è organizzato con rituali assurdi e un'omologazione che annulla le caratteristiche e le peculiarità dei luoghi che si dovrebbero visitare e conoscere. Ma se c'è una cosa ancora più assurda e orribile di un villaggio turistico è una nave da crociera. Sento spesso parlare le persone delle crociere (fatte o sognate) come di momenti topici della loro vita che non scorderanno mai. Io mi chiedo che gusto ci sia a venire scorazzato in giro per tutto il mediterraneo con una nave alta come un palazzone che si ferma nei porti giusto il tempo per farti fare una foto ricordo sotto il monumento di turno e permetterti di comprare al volo un terribile souvenir Made in China da regalare agli amici in una bancarella gestita da un vu-cumprà che parla un italiano maccheronico. Una nave dove la gente mangia, beve, balla, guarda film e spettacoli tetrali, nuota in piscina, scende lungo scivoli infiniti stile Gardland, scala pareti impervie che simulano il versante di una montagna in mezzo al mare e poi ri-mangia, ri-beve, ri-balla...no...io non ce la posso fare. Chiuso dentro un'immensa sala da ballo galleggiante.
Quando poi ti capita un capitano che sembra uscito da un film di Lino Banfi e scopri che su una nave del genere, in caso di emergenza, camerieri di mille nazionalità ti dicono cose che non capisci, be', dico, in una situazione così drammaticamente comica che cosa c'è da dire?
Si sa...LIFE IS SHIT!

Se dopo il naufragio della Costa Concordia vedi nei programmi della D'Urso, e non solo, le stesse facce dei superstiti che raccontano all'infinito le stesse cose drammatiche accendendo i volti e i cuori degli spettatori. Se vedi fino alla nausea Francesca Rettondini che parla della sua paura su tutti i canali nazionali, e se senti all'infinito la conversazione del comandante con il responsabile del porto di Livorno che urla "Salga a bordo, cazzo!" (qualcuno con un gran senso del marketing ci anche fatto una maglietta richiestissima sul web!) e scopri che il paradiso gallegiante puzza di fregatura...che bisogna pensare?
Eroi che sbuccano come funghi.
Tanti, tanti eroi...e solo un pirla.
Sempre lui.
Il comandante con la voce di un Paperino sfigato.
"Ma c'è buio...non si vede nulla..."
E si...neanche lo scoglio è riuscito a vedere.
Mannaggia!

Qualcuno ci è morto dentro quella nave.
Tutto al costo modico di 300 euro.
Più economico del costo di un servizio funebre di base.
Ma intanto si sa...la nave farà un altro inchino invisibile alla nostra belante coglionaggine e tutto tornerà come prima!

Tanto poi esce il sole, no?
A-E-I-O-U...YPSILON!!!

ALIAS

Foto di Roberto Foddai.

mercoledì 18 gennaio 2012

MINUSCOLO



Gli oggetti, i rituali, le abitudini che riempiono le nostre giornate, si trasformano nel mondo (piccolo e fantastico) dove si muovono le creature minuscole e poetiche di Audrey Heller.
Andare oltre l'apparenza, la noia, la consuetudine non è semplice e alla portata di tutti.
Usare l'ironia, la poesia, per raccontare micro-storie sospese in un limbo indefinito ma riconoscibile e familiare. Inventarsi una realtà fittizia per rielaborare stimoli, impressioni, sensazioni personali, intime, segrete.
Le foto mi ricordano i miei giochi da bambino.
Lo sguardo magico che mi permetteva di vedere un mare in tempesta in un bicchiere di vetro.















Sono le piccole cose che hanno sempre attirato il mio sguardo.

ALIAS

lunedì 16 gennaio 2012

DECA-DANCE


Queste sono le foto che ho scattato domenica al compleanno del mio amico Giò.
Strano come mi attirino sempre le cose perse, rotte, dimenticate e...decadenti.

















E' stata una bella giornata.
Ho conosciuto delle persone simpatiche e cordiali.
Tutti disponibili al confronto e alla battuta.
Non è facile quando si va a una festa di compleanno dove non si conoscono tutti gli invitati.
Sono occasioni che "scaldano" il cuore e "gelano" le gambe.
La casa in campagna era così grande e la stufa in ghisa così lontana che durante il pasto (durato ore) mi sono congelato e il raffreddore ha avuto la meglio.
 Da ieri il mio naso mi si è trasformato in un pomodoro.

ALIAS