lunedì 14 novembre 2011

RANE


Vorrei avere abbastanza forza nelle zampe per saltare in alto e scappare dall'acqua puzzolente di questo stagno. E invece sono qui, a pancia all'aria su questa foglia morta, e galleggio senza andare da nessuna parte.
Ma voi lo sapete cosa vuol dire essere solo una rana in un mondo troppo grande per poterlo vedere tutto?
Sono buona anche fritta. Finisco nei piatti dei gourmet. Sventrata, spezzata, impanata, fritta. Profumo di pane grattuggiato, uova o farina. A volte mi condiscono con spezie esotiche, ma il risultato cambia poco. Sono e resto una rana morta dentro un piatto.


Vorrei che qualcuno vedesse le mie lacrime.
Non riuscite a crederci che una rana possa piangere?
Siete convinti che il luccicore che splende nei miei occhi sia un riflesso della luna?
Io ho provato ad emanciparmi. Tutto quello che ho ottenuto è stato finire in una fiaba con una principessa sfigata che cerca di baciarmi; tra le mani di una strega che mi tagliuzza per buttarmi nel calderone delle pozioni magiche; sul tavolo di un laboratorio di scienze con uno studente annoiato che mi seziona con il bisturi per capire come sono fatta dentro. Ma cosa vuoi saperne di come sono fatta dentro IO?
Così come sono non vado mai bene per  nessuno. Devo essere sempre qualcosa di diverso, di meno verde, di meno viscido, di meno saltellante. Persino le mosche mi schifano...io non schifo loro. Per niente. Allungo la lingua...e gnam...me le pappo. Non sono più buone come una volta. Sanno di pesce morto, di colla e segatura. Ma in qualche modo placano la fame.


Vorrei saltare con te come un tempo tra le foglie galleggianti a pelo d’acqua. Tra questi fiori viola e questa melma fitta. Ma sono solo una rana zoppa...fritta...morta...vivisezionata...persa.
Non ci sono più le rane grasse di una volta.
Lo dicono tutti.

ALIAS

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