lunedì 5 settembre 2011

IL CHIODO FISSO


E' passato quasi un mese dalla mia ultima visita in queste pagine.
Il nuovo computer non è ancora arrivato (non c'è stato tempo e modo per andare a comprarlo).
Per ora mi limito a usare il pc di un amico di un amico che è in casa mia per una strana coincidenza.
Dicevo: un mese è passato e questo mese è stato un mese di sangue, sudore e maledizioni.
Tutto il sangue sputato al lavoro, tutto il sudore spremuto tra i tavoli (vogliamo parlare del caldo assurdo di fine agosto?) e tutte le maledizioni che ho mandato a molti clienti (su tutti vincono gli spagnoli il trofeo del cliente rompicoglioni) che si sono presentati in ristorante a due minuti dalla chiusura della cucina.
E' stata un'estate solitaria, nel senso che sono stato proprio solo con me stesso per tutto il mese. Non ho visto e sentito amici per una ventina di giorni. Chi si faceva vivo erano i parenti stretti (vedi mamma e sorelle) e qualche amico stretto che non si dimenticava della mia esistenza nonostante la sua estate esplodesse.
Per un mese ho solo visto clienti, piatti, tavoli e colleghi.
Una specie di famiglia che vive con te per 10 ore al giorno.
Strana la vita del cameriere.
Resta appesa a un chiodo e ti permette di guardare la VITA VERA che scorre lontano dalle tue vene.
Certi silenzi mi hanno ferito.
Certe assenze pure.
Ma più vado avanti, più mi rendo conto che vivere con gli altri è complesso e faticoso.
In una realtà virtuale...sentire gli altri...toccarli...annusarli...è diventato un lusso.
E il limbo è stato stimolato e ingigantito ancora di più dalla fine prematura del mio computer.
Non avevo Facebook a disposizione per sfogare il malumore e parlare con qualche povero cristo in rete a qualsiasi ora mi saltasse in mente.
Uno/a solo/a come me.
Sono sopravissuto alla carestia di stimoli e contatti leggendo molto, dormendo moltissimo (tutte le volte che mi era possibile) e guardando programmi tv incredibili.
Vecchi film, spezzoni di documentari, video musicali, paccotiglia varia.

In questa strana estate ho fatto anche i conti con la morte.
Un amico lontanissimo nel tempo.
Un amico che ho amato moltissimo.
Un amico è andato via.
Non ci si viveva da secoli...ma i miei sentimenti non si spengono con un click...sono un nostalgico...ahimè!
Sono stato male.
Molto.
Ma ne parlerò con calma in un altro momento.
Forse.

Scrivere dopo tanti giorni mi fa uno strano effetto.
Mi rendo sempre più conto che l'atto dello scrivere mi calma e mi eleva.
E' il mio psicologo di fiducia.
Mi ascolta e mi lascia libero di esprimere ansie e desideri senza giudicarmi troppo.

Sono tornato per un nuovo giro di giostra.
Se mi volto indietro, il chiodo che mi teneva prigioniero, è ancora lì.
Devo solo decidere se tirarlo via dal muro e fregarmene se un po' di intonaco verrà giù, mettendo in luce le imperfezioni nascoste sotto una patina di finzione.

C.D. 

5 commenti:

  1. Una cosa che ti ho già detto, ma ripetersi fa parte delle vite, potrei copiare e incollare il 70 per cento delle parole che hai scritto in questo post. Mi è piaciuto il riferimento al rapporto scrittura/elevazione.

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  2. Mi ritrovo molto anch'io tanto che non ho parole da offrirti. Servono a nulla. Vale di più forse ripeterti che ci sono. Nient'altro. Un abbraccio

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  3. So bene, Bimboverde, che poi copia-incollare moltissimo del mio post. La vita di chi lavora nella ristoranzione è sempre quella. ma se non lo hai mai fatta...non puoi capire. :-) Un abbraccio. carlo

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  4. Ehi...ma che bello bello bello...nell'ombra ci sei anche tu. :-)

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  5. per alcuni versi anche io ho vissuto un'estate simile, quindi ti capisco.
    un abbraccio, ti auguro il meglio!

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