martedì 28 giugno 2011

MASCHERE E HAMBURGER


Io ho una nipotina che sembra un manga personificato.
Silenziosa, curiosa, occhi neri, capelli neri dritti come spaghetti, frangetta, una vocetta simil-Lisa-Simpson e un carattere socievole e dolce.
Domenica sera, invitato alla festa di compleanno della mia amica Francie, ho provato la gioia di vederla in azione nel giardino della casa, con tutti gli altri bambini figli di amici e parenti.
Il giorno prima, una mia sorella, mi aveva raccontato che Bubba, la mia nipotina, a una cena di famiglia, veniva imitata nella parlata da un cuginetto di 3 anni, finché lei, infastidita, guardandolo fisso negli occhi gli aveva sussurrato, minacciosa: "Ma tu...da me...cosa vuoi!"
Ho raccontato la scena ai miei amici Stefanino e Graziano, e conoscendo la bimba in questione, hanno riso solo immaginandosi la scena.
Torniamo alla festa.
Mentre mi godevo il fresco della sera mangiando pasta al forno (buonissima!) e lumachine alla sassarese (bollite con l'aglio) potevo ammirare i giochi e le evoluzioni dei bambini.
A un certo punto vedo Bubba che sotto un albero di limone trova una maschera verde e ringhiante con le sembianze di Hulk. Prontamente la indossa e inizia a girare per il giardino una versione manga di 4 anni con i capelli a caschetto del mostro della Marvel.
Tutto bene finché non si avvicina a una bimba di 2 anni in grembo alla madre: la bimba come vede la maschera mostruosa si spaventa e inizia a urlare come una matta. Bubba non si scompone. Resta ferma, immobile davanti alla bambina e la fissa con il suo viso orrendo.
La mamma, per fare capire alla figlia che si tratta di un gioco, solleva la maschera per far vedere che sotto le fattezze mostruose c'è una bambina.
Bubba fissa la scena con i suoi occhi neri e imperscrutabili.
La bimba non si tranquillizza per niente e continua a piangere disperata.
Ci penserà Francie a requisire la maschera per evitare altri problemi.
Bubba ci rimane male e si avvicina al tavolo, con il volto triste, con la sua enorme cintura di Batman, per dirmi che le hanno portato via la maschera verde.
Cerco di farle capire che non è nulla di grave e che si può giocare con altro, e lei mi risponde serissima: "Ma io sono Batman e devo fare paura!"
In quel momento capisco che la sua azione nei confronti della bimba urlante era consapevole e premeditata.
Bimba diabolica!
Riprende a giocare subito dopo, inventandosi altre avventure...a un certo punto la sento urlare verso una bambina più grande, quindi dominante: "Principessa delle Stelle...hanno catturato il Principe degli Abissi e lo vogliono uccidere!" e tutti a correre in soccorso del Principe sopraffatto dalle forze del male.
Più avanti, durante la festa, Bubba riesce finalmente a conquistare un fucile da cow-boy del padrone di casa, Attila, e inizia a girare per il giardino come una vendicatrice della notte.
Vede una bambina tutta sola che mangia un pezzo di carne e le dice: "Ti posso sparare?".
E la bambina risponde: "No, non ho voglia di essere sparata adesso!"
E Bubba: "Ma io ho il fucile da cow-boy...dai, posso spararti?"
E la bambina, irremovibile, risponde: "No, non mi va".
"E va bene" , si rassegna Bubba. "Ma quando ne hai voglia me lo dici, così vengo e ti sparo?"
"Va bene", ribatte la bambina, mangiando la sua fetta di carne.
Ultima perla: Stefanino di occupa della carne che cucina nella griglia. Vede arrivare Bubba che lo fissa con il suo musetto serio. Ricordando l'episodio che gli ho raccontato la sera prima le fa, guardandola fissa negli occhi: "Ma tu...da me...cosa vuoi?"
E lei, serafica, risponde: "L'hamburger!"

Lo confesso: mi sono innamorato della mia nipotina così tanto che è stata lei il prototipo per un personaggio speciale del mio romanzo.

giovedì 23 giugno 2011

JAPAN



Ehi...questo è tutto per la mia amica Guchi!

Bentornata dalla vacanze!

Questo film è bellissimo, poetico, evocativo, liberatorio...vorrei scappare anche io in un mondo fantastico per sollevarmi dalla miseria della mia realtà...ma non è possibile!

Una piccola pesciolina che sogna l'impossibile.
Bello, vero?

Ne ho bisogno di un tocco di fantasiosa libertà.
Un beso.

C.D.

martedì 21 giugno 2011

LADY GAGA: LA PARODIA ALLUNGA LA VITA!


Lady Gaga è sicuramente il fenomeno musicale e mediatico più forte e invasivo degli ultimi 2 anni.
Non c'è niente di quello che pensa, realizza, produce, che non trovi un riscontro immediato su giornali, tv, siti e blog. 
Madonna affila i coltelli e si prepara a uscire con il suo nuovo CD.
Cosa si dovrà inventare la Signora della musica pop per non risultare ormai "vecchia", "passata", "obsoleta" davanti alle follie della signorina Germanotta?
Credo che la sua unica chance sia prendere una direzione diametralmente opposta, ma, se le notizie che circolano nell'ambiente musicale sono vere e credibili, sembra che Madonna persista nell'intenzione di partorire un nuovo disco dance tutto da ballare sulle piste del mondo.
Io ho comprato l'ultimo CD di Lady Gaga e confesso di spararmelo spesso in macchina a tutto volume.
Ho comprato anche il CD d Adele, e questo vi fa capire che i miei gusti sono decisamente fuori rotta e imprevedibili.
Oggi, spulciando la rete, mi ha fatto morire dal ridere la parodia che si è pensata Yancovic, un musicista 51 enne americano che si è divertito a ironizzare sulla mania di Lady Gaga di vestire con abiti assurdi e incredibili.
Il brano si intitola "Performer this way" ed è stato benedetto dalla vittima stessa della parodia.
Segno evidente che la signorina Germanotta ha capito tutto su come si alimenta un Mito!


Certi vestitini sono perfetti per dei cocktail party demoniaci!

C.D.

lunedì 20 giugno 2011

L'OMBRA DEL COMMISSARIO SENSI - INTERVISTA A SUSANNA RAULE


Ci pensavo da tempo e finalmente sono riuscito a intervistare l'unica finalista del Torneo Letterario IoScrittore 2010 che ha visto la sua opera trasformata in un libro.
Un romanzo giallo che è molto di più di questo.
Un personaggio - il commissario Sensi - che non si scorda facilmente.
Un segreto che riesce a fatica a gestire e contenere.
Una spada, un dente di narvalo, delle teste mozzate e una città, Spezia, che non poteva essere più grigia, lurida e cattiva.

Per intervistare Susanna mi sono ispirato alle domande tipiche che caratterizzano le interviste di una rivista che io compro e leggo sempre (il settimanale D allegato il sabato al quotidiano La Repubblica) e ci ho aggiunto, come è naturale che sia, qualcosa di mio.

Ecco a voi il frutto del nostro incontro virtuale.


Domanda- Com’è nata l’idea del commissario Sensi?

Risposta- Mi avevano chiesto di scrivere un racconto per un'antologia che poi, come spesso accade, non è mai stata portata a termine. E doveva essere ambientato nella mia zona. Ho iniziato a scrivere una storia dal punto di vista di un serial killer, ma non mi convinceva. Così ho creato un antagonista, che poi è diventato il protagonista. Il racconto era "Sette, morto che parla", che poi è il racconto numero uno del sito...
D- L’idea di rappresentarlo graficamente arriva dalla tua passione per i fumetti? Ci sono stati degli studi grafici, oppure ti sei affidata all’estro creativo di un amico disegnatore?
R- In realtà, no. L'idea è nata perché avevo trovato questo sito che permetteva di creare degli avatar davvero graziosi: MiniGao. Stavo mettendo su il sito dei racconti e ho pensato di dare una faccia a ognuno dei personaggi. Quindi non c'è la mano di nessun disegnatore, dietro. C'è solo questo sito di avatar, appunto. In seguito alcuni miei amici disegnatori hanno pensato di fare dei piccoli omaggi a Sensi e questi sono i disegni che si trovano nella sezione "fuori programma" del sito.
D- In Rete si trovano dei racconti con protagonista il commissario Sensi. Pensi che possieda le potenzialità per diventare un personaggio seriale?

R- Spero di sì. Adoro scrivere storie con lui protagonista. Mi diverto un sacco a farlo e mi dà anche la possibilità di parlare di quello che ho intorno.

 D-  La tua passione per la scrittura quando nasce e dove e quando ami scrivere?
R- Ero una di quelle classiche bambine a cui fanno leggere i propri temi in classe, quindi si può dire che ho sempre amato scrivere (e leggere, ovviamente). Ho iniziato a scrivere racconti quando ero adolescente. Roba molto lirica e anche francamente imbarazzante, letta col senno di poi. Sempre nello stesso periodo ho fondato una fanzine auto-prodotta di tematica punk-antagonista, che è arrivata a vendere ben 500 copie... 500 copie che assemblavo, fotocopiavo e spedivo amorosamente a mano! Non ti dico il sollievo quando ho imparato a usare il primo programma di grafica!
 D-  L’esperienza del Torneo Letterario Io Scrittore, che ti ha visto tra le vincitrici, cosa ti ha regalato e cosa ti ha insegnato del mondo editoriale che non conoscevi?
R- Un sacco di cose. Non avevo nessuna esperienza del mondo editoriale, per quel che riguardava la narrativa. In realtà non è così diversa dall'editoria a fumetti, almeno a un certo livello, ma è anche, stranamente, molto più "umana", con un sacco di persone che ti danno suggerimenti, curano la tua opera e si interessano di te e di ciò che fai. Ad esempio, in Casterman (che è una casa editrice davvero ciclopica) non ho mai parlato direttamente con il mio editor. Invece, in Salani, io e Serena, la mia editor siamo state in contatto pressoché costante, parlando del libro, ma chiacchierando anche di altro. Ho parlato con Luigi Spagnol, che si è occupato personalmente del libro nelle prime fasi, mentre, ad esempio, non ho mai scambiato una parola con Sergio Bonelli, che pure è un editore molto vicino ai suoi autori!
D- Sul blog del Torneo sei stata recentemente criticata per il tuo stile poco “classico”. Cosa ti senti di dire sulle influenze letterarie, e non, che hanno costruito il tuo modo di scrivere e il tuo gusto estetico?
R- Come ti dicevo, è stato un percorso. Quando ero adolescente scrivevo roba molto lirica, piuttosto "alta" e anche obbiettivamente cervellotica. Considera che i miei libri più amati, in quel periodo, erano "Moby Dick", "Uomini e no", "Il Maestro e Margherita", "Il Grande Gatsby", "Per chi suona la campana", "Il giovane Holden" (che amo ancora moltissimo, a scanso di equivoci). Più tardi ho iniziato a leggere autori che avevano un approccio più anticonvenzionale, come Bukowski, e ancora dopo ho scoperto un certo tipo di narrativa molto sanguigna, che ho iniziato ad adorare: Lansdale, Ellroy, Westlake... Nell'ultimo decennio ho amato particolarmente i libri di Pratchett, della Vargas, di Gaiman, che, chi più chi meno, aggiungevano un tocco ironico alle loro storie. Un tocco ironico e paradossale.
D- La tua prima memoria culturale?
R- Alle elementari, io che mi presento davanti alla mia maestra e dico, con grande nettezza: "Il mio autore preferito è Salgari, il suo qual è?". E Salgari, insieme a Conan Doyle, era davvero il mio autore preferito. Credo di aver letto il 90% di ciò che ha scritto, il che significa... oh, un bel numero di libri! La bibliotecaria della Biblioteca Comunale della Spezia comprava dei libri apposta per me, perché io comparivo davanti alla sua scrivania con cadenza settimanale, se non più spesso, pretendendo qualcosa di nuovo da leggere! In realtà non riesco a ricordare se il primo libro che io abbia mai letto sia stato "Il Corsaro Nero" o "Le Avventure di Sherlock Holmes", verso i sei anni...
D- Musiche e visioni che ti hanno cambiato la vita?
R- Potrei parlare per un anno o due. Da De Andrè, Cohen, Dylan e Brel, alla scena anarco-punk italiana dei '90, alla musica new-wawe degli '80, agli Zeppelin, a Bowie, ai Nine Inch Nails... Amo la musica, divoro musica, se avessi una macchina del tempo la userei di sicuro per andare al Whiskey-A-Go-Go a LA negli anni '70!
 E poi, ovviamente, fumetti e cinema. L'elenco sarebbe infinito, veramente. Citerò Pazienza, Gaiman e Moore per il fumetto e Burton, Gilliam e Allen per il cinema.

D- Il libro dove vorresti abitare?
R- Il Maestro e Margherita. Vorrei far parte della corte di Woland!
 D- Biografia in una playlist?
R- Infanzia: De Andre', La Buona Novella
Adolescenza: Nine Inch Nails: The Downward Spiral
Post-adolescenza: Leonard Cohen: Songs of Love and Hate.
Giovinezza (diciamo così?): Led Zeppelin: Led Zeppelin III

 D- Cosa stai leggendo?
R- "Le madri cattive", di Nicoletta Vallorani.
 D- Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
R- Forse ho rubato qualche libro, da ragazza. Ma non più di uno o due, giuro!
 D- Feticismi tecnologici?
R- I Mac pre-iPod. I G4, e i G5 della Apple. I computer più fichi del mondo, anche esteticamente.

 D- Cosa odi e ami del web?
R- Amo la velocità e la possibilità di essere sempre in contatto con tutti. Alcuni videogiochi su FB. Wikipedia e Garzanti Linguistica. Odio i forum pieni di gente chiassosa e maleducata e infatti, di solito, li evito.
D- Un politico che ti piace?
R- Bwahahahahah! Era uno scherzo, vero? Sono sempre stata di sinistra, ma la sinistra, ultimamente, mi ha delusa da pazzi. Se abitassi a Milano, però, avrei votato per Pisapia. Anche se, come tutti sanno, ha persino ucciso Laura Palmer...
 D- La frase-scusa preferita?
R- "Mi disegnano così."
 D- A 13 anni cosa volevi fare?
R- Boh? La psicologa, mi sa.
 D- Hai il potere assoluto per un giorno. La prima cosa che fai?
R- E' veramente banale, lo so: farei spuntare un albero del cibo inesauribile davanti alla casa di tutti quelli che hanno fame. E poi... farei scoppiare un'epidemia di lebbra in Parlamento :)
D- Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista?
R- Tim Burton. Il Tim Burton di "Big Fish", per la precisione. C'è pietas, in quel film. E fantasia. E malinconia.
 D- Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità?
R- I bambini sanno già benissimo che cos'è la felicità. Sono appositamente concepiti per essere felici. Casomai, sarebbero i bambini ad avere tutti i titoli per spiegarlo a noi adulti.

D- Cosa conta più dell’amore?
R- Saperlo donare agli altri. In modo che cresca e si moltiplichi.
D- La tua casa brucia. Cosa salvi?
R- Be', per prima cosa mi accerterei che il mio compagno si stia già salvando da solo.
Poi il mio laptop, ovvio!
 D- Se ti dico Italia…cos’è la prima cosa che ti viene in mente?
R- Temo la nostra disastrosa situazione politica...
 D- La volta che hai riso di più?
R- Quando un mio amico mi ha raccontato una storia con protagonista un notissimo disegnatore... Se ci penso rido ancora adesso.
 D- Una cosa che non hai mai capito della gente?
R- Perché perdere tempo a odiare gli altri. La mancanza di compassione.

 D- Una cosa che volevi e non hai avuto?
R- Una salute di ferro.
 D- In spiaggia raccogli qualcosa? Cocci di vetro, pietre, conchiglie...
R- Non amo molto andare in spiaggia, a meno che non sia deserta o quasi. A settembre, sono capitata su questa spiaggia bellissima in Sicilia. Una cosa da togliere il fiato. Lì ho raccolto un bel po' di cose: bottiglie vuote, lattine, cartacce... Non potevo sopportare che quel luogo maestoso fosse deturpato dalla spazzatura.
 D- Quando hai visto per la prima volta il tuo libro nel suo formato cartaceo cosa hai provato?
R- Gioia e amore. E anche un po' di timore.
 D- Cosa guardi in tv e cosa odi della tv?
R- Guardo pochissima tv. Non sopporto quasi niente. A volte guardo "L'infedele" - uno dei pochi salotti politici in cui gli ospiti non si scannano tra di loro. O, insomma, quanto meno non urlano. Poi, seguo varie serie televisive, ma perlopiù in inglese, su internet. E ho adorato "Boris"... ma chi non l'ha fatto?
 D- Se alzi gli occhi al cielo cosa pensi?

R- "Cristo, che palle!", ma anche "Che cielo magnifico!"
Ecco, l'intervista finsice qui.
Ringrazio Susanna per la pazienza e la simpatia.
Sei riuscita a rubarmi una sonora risata ma non svelo con quale delle tue puntuali risposte.
Se siete curiosi di conoscere il mondo letterario che tutto questo ha creato, be', non vi resta che correre in libreria per comprare la vostra copia de "L'ombra del commissario Sensi", Edizioni Salani.


C.D.

sabato 18 giugno 2011

SUL FILO DEL MERCATO


La crisi si sente quest'estate.
Ogni anno è sempre peggio.
Non parlo del ristorante dove lavoro io che gode, come dire, di una fortuna costruita in 30 anni di lavoro sul territorio, ma parlo del settore turismo e ristorazione in generale.
Sono tante le persone a spasso che non hanno trovato collocazione nei ristoranti e negli alberghi della costa.
Questa mattina ho saputo dal responsabile della lavanderia industriale che lava la nostra biancheria (tovaglie, tovaglioli e copri-macchia) che in un grande albergo della zona hanno assunto, tramite un agenzia, 40 camerieri in stock dalla Romania, non richiamando così il personale italiano e tenendo solo le persone che per legge non possono proprio licenziare.
Almeno fino quando non troveranno un modo per fare le scarpe pure a loro.
Un cameriere rumeno costa molto meno.
La cifra in busta paga sarà pure quella regolare, ma in tasca del lavoratore arrivano solo 500 euro, più vitto e alloggio per non spendere quel poco che guadagna e poter aiutare la famiglia in patria.
Ci sono molti rumeni in città.
Anche tra gli autisti del panificio che ci consegna il pane ci sono due rumeni.
Ragazzi gentili e sorridenti.
Ma il problema non è questo, il problema è imbastardire una realtà lavorativa, giocando sul bisogno di etnie che sono disposte a lavorare per paghe da miseria.

Quando andate a mangiare in un ristorante o a passare le vostre vacanze dorate in un albergo, guardate con cura e attenzione il personale e chiedetevi cosa si nasconde dietro quei sorrisi smaglianti.

C.D.

mercoledì 15 giugno 2011

CITTA' ALIENA


Ieri, mio giorno di riposo, sono salito a Sassari per pagare l'assicurazione della macchina e fare un giro nella zona industriale per cercare una cappa per la cucina della casa che devo affittare.
Il caldo si è fatto sentire.
Girare per la città alle cinque del pomeriggio era particolarmente faticoso e snervante.
Pagata l'assicurazione, mi sono incontrato con Stefanino a casa di Francie, e con il piccolo Attila siamo andati a cercare la cappa.
Guidava Stefanino e con mia grande sorpresa ho scoperto una parte della città che non conoscevo.
Potevo trovarmi a Milano, Roma o Londra...non cambiava molto.
Il paesaggio di capannoni, esercizi commerciali e strade asfaltate, era del tutto nuovo per i miei occhi.
Ho scoperto un bar e una libreria della Mondadori vicino al market dell'Eurospin.
Mi ci sono infilato subito per curiosare e ho fatto amicizia con la commessa che ha capito al volo, non so perchè, che quello interessato ai libri ero io e che gli altri erano solo un traino involontario.
Tutti i libri erano scontati del 15%.
Ho frugato un po' in giro ma non ho comprato nulla.
Ieri non ero sintonizzato sull'acquisto di libri.
Ho scoperto un negozio dove vendono detersivi direttamente dal distributore e tutte le macchine segnalavano quanto bottiglie erano state risparmiate con quel sistema.
Francie si è caricata di detersivo per i piatti, per i pavimenti, per la lavatrice, di ammorbidente, di varecchina e di sgrassatore per fornelli.
Attila correva da una parte a l'altra e per demotivarlo gli ho detto che se non la smetteva lo mettevo in vendita a 7,99 euro nel cestone dei pupazzi.
Mi ha guardato con aria perplessa e mi ha chiesto: "Perché in vendita?"
In un grande magazzino ho visto le cappe e in un capannone che vende roba e mobili usati ho trovato mia madre che, per gli affaroni, ha un fiuto particolare.
Forse manco davvero da troppo tempo da Sassari e la sua morfologia è così cambiata da farmi apparire la città strana e sconosciuta.
Un amico ligure mi ha chiesto, ieri mattina su FB, com'è Sassari.  
Non riusciva a immaginarla.
Oggi posso rispondere: Sassari è una città aliena!

C.D.

martedì 14 giugno 2011

SFIGONIA


Sono sparito.
Nessuna astronave aliena mi ha rapito e trasportato in un'altra galassia.
E' il lavoro, e i suoi ritmi frenetici, che mi rubano tutto il tempo e l'energia a mia disposizione.
Non riesco a contrastare questa deriva emotiva.
Forse sarebbe il caso di congelare il blog fino a data da destinarsi.
Ci penserò.

Ieri mi sono arrivate, da parte del Torneo Letterario, le nuove assegnazioni.
Dieci romanzi da leggere in poco meno di tre mesi.
Speravo, dopo la sfiga della prima fase (10 romanzi d'amore di cui 8 terribili) di essere più fortunato in questa seconda fase.
E invece...nada!
Ancora 10 opere tutte centrate sull'amore, i suoi tormenti e le sue gioie.
Forse sono il Re di Sfigonia, come ho scritto anche sulla pagina FB del Torneo, ma leggendo i commenti sulle assegnazioni capitate ad altri partecipanti (varietà assoluta di generi) non posso che sedermi rassegnato sul mio trono di sbadigli.

Sono contento per due cose che sono capitate in questi ultimi giorni.
Come molti di voi, immagino!
1- l'esito dei referendum.
2- il grande evento dell'Euro-Pride con lo sbarco di una Lady Gaga sempre attenta e in sintonia con l'umore del mondo.
Mi sarebbe piaciuto andarci per sfilare con gioia per le strade di Roma.
Ma, come dicevo all'inizio del post, il lavoro mi preclude molte cose.
1- lavorare al mio nuovo romanzo.
2- vivere.
3- andare al Festival della Letteratura di Gavoi.
4- partecipare a un corso di scrittura creativa organizzato da Flavio Soriga, con la partecipazione straordinaria di Matteo B. Bianchi (mi chiedo perchè certe iniziative pullulino sempre nei mesi estivi che per me sono di massimo lavoro e stress!)
5- leggere con l'intensità di cui sento il bisogno.
6- vedere gli amici che arrivano dall'estero per le loro ferie estive.
7- andare al mare.
8- partire per un viaggio con gli amici che si muovono sempre ad agosto per colpa delle loro ferie.
9- sognare.
10- dormire.

Chiudo qui...senza sapere quanto potrò uscire dalla mia cupola-prigione.

C.D.

domenica 5 giugno 2011

SOTTO IL PONTE


Il ponte del 2 giugno è quasi alla fine.
Sono tornato dal lavoro con i piedi in fiamme e le gambe di pietra.
Sono stati giorni pesanti.
Giorni dove la voglia di fare qualsiasi altra cosa, è franata miseramente.
Mi sento in colpa per la mia scarsa capacità di essere presente nella vita delle persone che mi vogliono bene. In colpa per il mio limitato entusiasmo. Per la mia fatica che si alimenta di rabbia e insoddisfazione.
Sono sensazioni che conosco bene.
Inutile girarci intorno.
Semplicemente, con questo lavoro, non si vive.
Uscito dal ristorante a mezzanotte passata, ho chiamato degli amici per vedere come se la passavano, e ho sentito le loro voci allegre che mi chiedevano di raggiungerli a Sassari per andare a ballare insieme.
I miei piedi hanno urlato nella notte: EVITA!
E così sono tornato a casa scansando anche la birrozza con i colleghi (12 ore di convivenza sono davvero troppo per diluirle unlteriormente) con un umore piatto e incolore che mi sono tenuto dentro.
Ho riso e ho risposto: divertitevi anche per me.

Ho visto delle ombre sui muri che avrei voluto fotografare.
Poi ho pensato che non era il caso.
Immortalare le mie ombre sarebbe stato davvero troppo denso per la mia fragile capacità di essere obiettivo.
Troppe cose da dire.
E troppe cose da mandare al diavolo.

Inizio con me.

C.D.